Le città più virtuose ed efficienti d’Italia (la classifica 2019)

Quali sono i comuni virtuosi e più efficienti d'Italia? A fornire la risposta e l'ultimo dossier redatto dall'Osservatorio sui Conti pubblici dell'Università Cattolica di Milano, secondo cui dal punto di vista finanziario è Pisa a offrire adeguati alla spesa sostenuta

Quali sono i grandi comuni italiani più virtuosi e più efficienti d’Italia? A fornire la risposta e l’ultimo dossier redatto dall’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, secondo cui dal punto di vista finanziario è Pisa a offrire adeguati alla spesa sostenuta.

Al secondo posto troviamo Parma, seguita da Padova, Piacenza, Cesena e Reggio Emilia. Capovolgendo la classifica, alle ultime posizioni si sono piazzate Foggia, Brindisi e Napoli.

Lo studio riguarda i 52 Comuni capoluogo di provincia con più 80 mila abitanti nelle regioni a statuto ordinario. Sono stati messi a confronto due parametri, l’indicatore di spesa e quello di offerta di servizi.

Il primo indica quanto la spesa di un comune differisca da quella “standard” (o fabbisogno standard) che dovrebbe avere. Tale dato è stato messo poi in relazione con quello dei servizi effettivamente offerti.

Il confronto tra indicatore di spesa e indicatore di offerta  viene effettuato per 6 funzioni svolte dai comuni, da cui deriva l’indicatore di efficienza complessiva su cui si è basata la classifica. Ecco le 6 funzioni esaminate:

  1. viabilità e territorio
  2. istruzione pubblica (inclusi gli asili nido)
  3. funzioni generali di amministrazione e controllo (es. gestione del personale comunale)
  4. funzioni di polizia locale
  5. servizi inerenti al settore sociale a carico dei comuni (es. strutture residenziali di ricovero per anziani)
  6. smaltimento rifiuti.

I risultati

In testa alla classifica troviamo Pisa che stacca tutte le altre perché con una spesa non molto più alta dello standard, riesce a offrire servizi in quantità superiore alla media per una città di quelle dimensioni. Seguono Parma, Padova e Piacenza con situazioni analoghe: una spesa standard molto vicina rispetto a quella storica e un punteggio in termini di quantità di servizi offerti piuttosto alta.

A metà classifica troviamo i comuni che registrano un indicatore di efficienza prossimo allo zero ossia le città in cui non si ha uno scostamento della spesa rispetto a quello dei servizi offerti. Ne sono esempi Milano (29°), Novara (27°), Andria (30°) e Roma (31°).

In realtà, tra queste città vi sono notevoli differenze. Se si considerano Milano e Novara, ad esempio, i due capoluoghi lombardi offrono un livello dei servizi decisamente più alto rispetto agli altri (circa il 20% in più rispetto alla media), ma a costi un po’ più elevati. Roma invece offre un livello di servizi più basso, ma caratterizzato anche da costi più bassi.

Qui la classifica completa:

 cpi efficienza comuni 5

Se si analizza la situazione dei peggiori, in testa si è piazzata Foggia. La città pugliese, pur avendo un indicatore di spesa in linea con la media, ha un livello di servizi di circa il 70% inferiore agli altri comuni simili per fascia di popolazione. Situazione analoga anche a Brindisi, penultima, con un livello di spesa complessivo del 30% più alto dello standard (del 50% più alto per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti e quasi doppio per quanto riguarda la spesa per il settore sociale). Napoli, terzultima in classifica, ha una spesa leggermente superiore allo standard ma è caratterizzata dal secondo livello dei servizi più basso tra tutti.

Le regioni più virtuose

Se si considerano i risultati su base regionale, vanno meglio quelle del Nord, soprattutto l’Emilia-Romagna con un numero elevato di comuni presenti nella parte alla della classifica. Bene anche Veneto, Toscana e Lombardia. Sono 4 su 5 i comuni pugliesi inclusi nel campione a dominare la parte più bassa. Anche i comuni campani e calabri occupano basse posizioni in classifica con Catanzaro e Reggio Calabria rispettivamente al 42 e al 46esimo posto.

Quelli appena resi noti sono i risultati riguardanti 52 comuni capoluogo di provincia delle regioni a statuto ordinario con una popolazione sopra agli 80 mila abitanti. Nei prossimi giorni, verranno resi noti anche quelli di tutti gli altri comuni italiani.

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Francesca Mancuso

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