Ci eravamo appena abituati a non vederne più in giro ed ecco qua che ritornano. Sono le cabine telefoniche, o meglio la loro evoluzione in chiave smart, connessa, open, multimediale e sicura. Con tanto di pannello fotovoltaico integrato.
Ci eravamo appena abituati a non vederne più in giro ed ecco qua che ritornano. Sono le cabine telefoniche, o meglio la loro evoluzione in chiave smart, connessa, open, multimediale e sicura. Con tanto di pannello fotovoltaico integrato.
Il prototipo è stato realizzato da Telecom Italia con la startup torinese Ubi Connected e inaugurato ieri a Torino di fronte al Politecnico, luogo in cui resterà fino al 23 maggio per una prima fase di sperimentazione. Oltre al servizio telefonico, la cabina intelligente è dotata di un touch screen per accedere a informazioni e servizi di pubblica attività, dal turismo alla mobilità, dal tempo libero fino al social networking e ai servizi online. Prevede la presenza di un hot-spot per l’accesso a internet in modalità wi-fi e un sistema di videosorveglianza collegato al sistema operativo della centrale di Polizia. Inoltre sarà alimentata da un pannello fotovoltaico collocato sul tetto che ne dimezzerà il consumo energetico.
Il collocamento è strategico. Sia in questa prima fase, sia in termini di distribuzione sul territorio, le nuove cabine intelligenti saranno collocate nei pressi delle colonnine di ricarica delle bici e degli scooter elettrici: un modo per cominciare ad abituare le persone a “leggere” tutti questi strumenti come parte di un disegno unico che punta a far diventare la città sempre più smart.
Per Torino si tratta di un ennesimo mattoncino messo nel percorso di realizzazione del piano strategico della città che punta ormai in modo univoco a sviluppare le tecnologie e le infrastrutture necessarie per entrare a pieno titolo tra smart city europee. Anche se le prime competizioni in materia di bandi europei sono stati vinti dalla cugina Genova, Torino non demorde.
“Con il progetto Torino Smart City vogliamo ridefinire le regole d’ingaggio tra pubblico e privato per costruire una rete di enti, aziende, persone che siano portatori di innovazione, attori di un nuovo progetto di città tutto da costruire, ma che si fonda sul principio della sostenibilità” dice il sindaco Piero Fassino.
La cabina intelligente fa un bel passo in questo senso poiché ha visto il gigante delle telecomunicazioni entrare in sinergia con una start up come Ubi Connected, nata all’interno dell’incubatore universitario del Politecnico. Piccola ma con le idee chiare in testa. “Partire da oggetti urbani di uso comune – oggi la Cabina Intelligente, domani le fontanelle, le panchine, i cassonetti, le facciate degli edifici, i chioschi e le edicole – per farne strumenti nuovi, smart, al servizio dei cittadini della loro qualità della vita. Oggetti in grado di cambiare, grazie alla tecnologia e al design, l’aspetto e il modo di vivere delle nostre città” dice l’Amministratore Delegato della società, David Nespoli.
È previsto inoltre che nel primo mese e mezzo di prova i futuri ingegneri del Politecnico possano fornire suggerimenti e partecipare attivamente al miglioramento dell’efficienza del sistema in un’ottica di maggiore vicinanza alle reali esigenze di utilizzo. Più intelligente quindi anche grazie alla collaborazione delle persone. Uno dei pilastri su cui qualunque città che vuole definirsi smart deve sostenersi.
Dopo la sperimentazione torinese, dove verranno collocate una decina di dispositivi in alcuni punti strategici della città, la cabina si sposterà in altri capoluoghi italiani. Al momento sono in lizza Catania e Orvieto.
Pamela Pelatelli
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