A poco più di una settimana dalle iniziative di Roma e Milano per il blocco del traffico, torniamo a parlare delle misure eccezionali per la riduzione dei livelli di polveri sottili nelle grandi città, segno che – come sosteniamo da tempo – episodi sporadici di limitazioni al traffico cittadino servono davvero a poco contro lo smog sempre più opprimente.
A poco più di una settimana dalle iniziative di Roma e Milano per il blocco del traffico, torniamo a parlare delle misure eccezionali per la riduzione dei livelli di polveri sottili nelle grandi città, segno che – come sosteniamo da tempo – episodi sporadici di limitazioni al traffico cittadino servono davvero a poco contro lo smog sempre più opprimente.
E così accade che, in queste due città italiane, da oggi si corra di nuovo ai ripari, ma con misure diverse e dopo un lungo dibattito tra gli amministratori locali.
A Roma, ad esempio, già da oggi è in vigore lo stop per i veicoli più inquinanti individuati, come si legge sul sito del Comune, negli “autoveicoli a benzina euro 0, euro 1; autoveicoli diesel euro 0, euro 1 e euro 2; motoveicoli e ciclomotori a due, tre, quattro ruote a 2 e 4 tempi euro 0 e euro 1; microcar diesel euro 0 e euro 1.”
Giovedì ritorneranno invece le targhe alterne, altro metodo tentato più volte per ridurre l’inquinamento: dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21 all’interno della fascia verde potranno circolare solo le targhe pari, con riferimento all’ultima cifra della targa (per quelle nuove si deve prendere in considerazione la numerazione centrale). Esentati dal divieto, la cui infrazione comporterà una sanzione di 155 euro, gli autoveicoli di categoria “euro 5” ed i motocicli “euro 3”, oltre ovviamente ai veicoli elettrici, a gpl, ibridi e auto a metano.
Se questa prima limitazione non dovesse bastare ad abbassare i livelli di pm10 e biossido d’azoto nell’aria, il provvedimento delle targhe alterne sarà esteso anche alla giornata di venerdì 2 dicembre, vietando la circolazione per gli autoveicoli e motoveicoli con targa pari, incluso lo zero.
Discorso più complicato a Milano, dove diverse sono state le discussioni e i pareri contrari al controllo del traffico in un tavolo convocato dalla Provincia e a cui hanno partecipato i 134 sindaci dei paesi limitrofi. Sindaci che si son ritrovati decisamente divisi sulla questione, con i detrattori dell’ordinanza anti-smog che richiamavano l’attenzione sul fatto che il prossimo mese sarà, per i commercianti, il più importante per le vendite e che provvedimenti simili porterebbero solo una maggiore crisi e un calo degli acquisti nel periodo natalizio, risolvendo poco o nulla, invece, a ivello ambientale.
Altra nota dolente, quella sottolineata da Atm, l’azienda dei trasporti pubblici milanesi, che ha dichiarato come il blocco di circa 40 mila auto comporterebbe un surplus di passeggeri e utenti pari in quasi 60mila unità, con un rischio quasi certo di collasso. Verrebbe da chiedersi come sia possibile che il sistema di trasporti pubblici di una delle città europee più importanti non riesca a sopportare un flusso di poco superiore a quello normale, ma questa è un’altra storia.
Sta di fatto che dal tavolo milanese sul traffico, fortemente voluto anche dal sindaco Giuliano Pisapia per coinvolgere l’intera area metropolitana, è uscito fuori un secco no a targhe alterne e blocco del traffico, costringendo l’amministrazione ad attuare momentaneamente interventi più soft, come la limitazione della circolazione alle auto euro 3 diesel e l’abbassamento di un grado il riscaldamento negli edifici. Così, a partire da mercoledì e fino al martedì successivo, i veicoli privati euro 3 dovranno rimanere fermi dalle 8.30 alle 18, mentre quelli commerciali della stessa categoria potranno circolare solo dalle 10 alle 18.
Una misura temporanea, ci tiene a far sapere Pisapia, in attesa di “decidere interventi allargati e condivisi, che risulteranno certamente più efficaci di un provvedimento deciso da un singolo comune. Sono certo che solo insieme potremo affrontare quel nemico spietato che è l’ inquinamento. Fermare solo Milano non sarebbe stato sufficiente”.
Una prospettiva condivisa anche dal neo ministro Corrado Clini, che dichiara: “Lo smog non si combatte se non si assumono misure infrastrutturali importanti in particolare sul trasporto e sul sistema industriale, che non possono essere puntuali solo nei centri urbani ma anche e soprattutto nella pianura padana dove il sistema climatico è abbastanza omogeneo e dove l’origine dell’inquinamento è molto diffusa. Si tratta quindi di intervenire su un’area vasta e su infrastrutture di trasporto come quelle delle merci che attraversano la pianura padana da Trieste a Torino o da Milano o Bologna. Bloccare il traffico a Milano o Verona non serve a molto se non si incide su quelle aree. Il sindaco di Milano condivide le mie valutazioni e credo che lavoreremo molto bene insieme e con i presidenti delle altre regioni per affrontare il problema“.
Pare insomma che sarà seguita una linea molto più dura che tenterà di coinvolgere non solo le grandi città ma anche i piccoli centri. Il problema rimangono però le infrastrutture e i trasporti pubblici e dubitiamo fortemente che si riesca a risolverlo in tempi brevi. Nel frattempo, abitanti di Roma e Milano, armatevi di tanta pazienza e… di mascherine anti-smog.
Eleonora Cresci