Parigi: le strade della città nei giorni in cui l'aria è satura di polveri sottili sono paragonabili a una stanza di 20 metri quadri in cui sono chiusi otto fumatori con la sigaretta accesa
Parigi inquinata, inquinatissima: respirare l’aria della Ville Lumiere nei giorni di alta concentrazione di polveri sottili non ha proprio nulla di romantico. Piuttosto, significa andare incontro a tutti i danni che può provocare il fumo passivo, malattie cancerogene comprese.
A delineare un simile quadro è uno studio del Centro nazionale di ricerca transalpino (Cnrs) condotto nella capitale francese e che si basa sull’analisi della qualità dell’aria negli ultimi 18 mesi.
Dal rapporto emerge che le strade della città nei giorni in cui l’aria è satura di polveri sottili sono paragonabili a una stanza di 20 metri quadri in cui sono chiusi otto fumatori con la sigaretta accesa. Non poco se si considera che per ogni respiro un parigino inala 100mila polveri sottili o ultra sottili (le più dannose per la salute). Polveri che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha classificato nel 2012 come cancerogene e che favoriscono asma e malattie cardiovascolari. E non solo: a causa di queste polveri, sui 7 milioni di decessi legati all’inquinamento globale dell’aria, muoiono più di 2 milioni di persone all’anno.
LE MISURE – Già a marzo, quando passò in tutto il mondo l’immagine di una Tour Eiffel avvolta da una coltre di smog, il comune aveva messo a disposizione gratis i mezzi pubblici e le bici in affitto. In più aveva ridotto i limiti di velocità su alcune strade, messo in atto un dispositivo di targhe alterne e deviato i mezzi pesanti su percorsi alternativi.
Ma il picco di inquinamento più alto nella capitale, come si racconta su Le Monde, è stato registrato il 13 dicembre 2013 quando, alle 18, nel cielo di Parigi c’erano ben 6 milioni di polveri sottili per litro di aria, un numero 30 volte superiore alla soglia considerata nei limiti del normale.
Per il prossimo anno, i Verdi presenteranno in consiglio comunale un programma contro l’inquinamento che prevede la creazione di zone a bassa emissione e la fine del diesel entro il 2020 (a tutt’oggi la Francia ha il parco auto diesel più consistente al mondo (con il 61% del totale dei veicoli circolanti).
Le misure da adottare ci sono. Lo sta facendo la Cina, perché non dovrebbe riuscirci anche la Francia. Che ne direste se anche qui in Italia prevenissimo adesso i danni ambientali dello smog invece di curare (e male) poi?
Germana Carillo
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