Nessuno ne parla, ma stanno abbattendo alberi nelle città di tutta Italia (da Nord a Sud)

Nonostante l'importanza degli alberi, in Italia si continuano a tagliare piante per fare posto a nuovi edifici e infrastrutture

Scienziati ed esperti ci ricordano ormai da tempo l’importanza degli alberi per fare fronte agli effetti del riscaldamento globale e della crisi climatica che stiamo vivendo.

Sappiamo bene che le piante rappresentano una delle migliori armi che abbiamo a disposizione per rimuovere la CO2 dall’atmosfera, diminuire la temperatura in costante aumento, fornire ombra e riparo a noi e numerose specie animali che vivono anche negli ambienti urbani.

Nonostante questo, sembra che non sia ancora chiara l’importanza degli alberi e da Nord a Sud continuiamo ad abbattere piante per fare spazio a nuove costruzioni e infrastrutture.

L’ultimo abbattimento è avvenuto a Firenze ieri mattina, dove sono stati tagliati 24 dei 37 pini che si ergevano in piazza della Vittoria, nonostante le numerose proteste dei cittadini degli ultimi mesi.

Tredici alberi sono stati risparmiati, almeno per il momento, e nei prossimi giorni si valuterà se conservarli o meno.

I pini sono stati spazzati via nonostante fossero sani, per riqualificare la piazza: l’associazione Piazza della Vittoria e numerosi cittadini contrari all’abbattimento chiedevano da mesi di risparmiare gli alberi e di sostituirli in modo progressivo solo in caso di pericolo, ma le loro richieste sono rimaste inascoltate.

L’amministrazione comunale ha assicurato che, alla conclusione dei lavori, saranno messi a dimora 68 nuovi pini, ma i giovani alberi potrebbero richiedere decenni per crescere e fornire ombra durante i mesi caldi e afosi.

La stessa sorte è toccata anche ai pini di Colleverde di Guidonia, in provincia di Roma, dove è già iniziato l’abbattimento che porterà a eliminare definitivamente 150 esemplari sani per motivi di sicurezza.

I residenti protestano, preoccupati per il futuro del loro quartiere, dove i viali non avranno più ombra nemmeno nei prossimi anni. Non sembra infatti ci sia un progetto di ripiantumazione lungo i viali, poiché non è più possibile piantare alberi sui marciapiedi.
Lungo le strade resteranno solo pericolosi monconi, che non saranno estirpati perché l’operazione richiederebbe almeno 300 euro a radice.

A Verona, invece, nelle notti scorse le motoseghe hanno eliminato gli alberi presenti in Viale Dal Cero per consentire l’inizio del cantiere per il nuovo filobus.
Anche in questo caso, a nulla sono servite le proteste di numerosi comitati e associazioni, contrari all’abbattimento dei 215 alberi ritenuti d’intralcio per la nuova costruzione, di cui oltre un centinaio solo in Viale Dal Cero.
Le associazioni hanno denunciato il fatto che i moltissimi alberi sono stati eliminati per consentire i lavori per “un’opera inutile, dannosa e costosissima, che sta portando con sé enormi disagi alla cittadinanza e la distruzione del territorio e del paesaggio.”

Non vengono risparmiati nemmeno gli alberi monumentali: a Torre Boldone, in provincia di Bergamo, un Cedro del Libano è stato barbaramente tagliato tre anni fa e nelle scorse settimane il tronco è stato definitivamente ridotto in pezzi per realizzare un totem, tavoli e panchine.
Nello stesso comune, un Ippocastano è stato radicalmente potato. Entrambi gli esemplari erano inclusi nell’elenco degli alberi protetti, che dovrebbero essere dunque tutelati.

La lista delle città italiane impegnate a ridurre il patrimonio verde urbano potrebbe essere infinita. A Milano, ad esempio, il parco del Campus Bassini è a rischio. Si tratta di un’area verde frequentata da molti studenti di Città studi, nonché da diversi cittadini residenti in zona.

Nel parco sorgono anche alberi ad alto fusto, che potrebbero presto essere abbattuti. Il progetto di riqualificazione del Campus di Architettura, prevede infatti la costruzione di un nuovo edificio che occuperà proprio il parco.

I cittadini si sono già mobilitati per impedire la perdita degli alberi, ma viste le numerose precedenti esperienze, la speranza che le loro proteste vengano ascoltate sono poche.

Fonti di riferimento: Firenze Today/Il Messaggero/Verona Sera/Salviamo il parco del Campus Bassini del Politecnico di Milano/Alberieco

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