Dopo le devastanti alluvioni dello scorso anno, la Slovenia corre ai ripari alzando gli argini dei suoi fiumi e finanziando altri interventi per adattare il suo territorio a fenomeni meteorologici estremi, sempre più correnti; mentre l'Italia resta a guardare (prendendo sottogamba la questione climatica)...
Il 2023 si è rivelato un anno terrificante per la Slovenia (ma in generale per il clima, considerati gli allarmanti record registrati). Il Paese europeo è stato flagellato da inondazioni senza precedenti, che hanno colpito i due terzi del territorio nazionale. Lo scorso agosto, nell’arco di sole 24 ore, è caduta la quantità di pioggia che solitamente cade in un mese. L’acqua e il fango hanno sommerso edifici e ponti, trascinato auto, e ucciso 4 persone. Quanto avvenuto è stato descritto come il “peggior disastro naturale” della Slovenia. Le spaventose alluvioni hanno causato danni enormi, pari a circa 5 miliardi di euro (praticamente l’8% del Pil sloveno).
Per non farsi trovare impreparata e far fronte agli eventi climatici estremi destinati a diventare sempre più ricorrenti, la Slovenia ha deciso di investire nella prevenzione, con una serie di interventi ad hoc.
Danes je v Polzeli potekalo delovno srečanje s predstavniki civilne iniciative in občine, ki so se ga udeležili tudi…
Posted by Direkcija Republike Slovenije za vode on Friday, December 8, 2023
Le soluzioni anti-inondazione (da cui l’Italia dovrebbe prendere spunto)
Su tutto il territorio nazionale, in prossimità di fiumi e torrenti, sono stati avviati centinaia di cantieri. Una delle strategie messe in atto consiste nell’innalzamento degli argini dei corsi d’acqua. Camion ed escavatori stanno lavorando per ripulire i letti dei fiumi e realizzare sbarramenti in modo da ridurre il rischio inondazioni.
Lungo il fiume Gradaščica, che scorre per 33 km, si sta scavando un alveo più ampio anche per rallentare il corso dell’acqua. Com’è intuibile, tutto ciò richiede delle spese non indifferenti, ma è fondamentale per scongiurare nuovi disastri naturali e proteggere l’incolumità degli abitanti.
V petek, 12. 1., smo si s študenti pri predmetih Vodne gradnje, Hidravlično modeliranje in Vodnogospodarski sistemi…
Posted by Vodarstvo in okoljsko inženirstvo UL FGG on Monday, January 15, 2024
“La manutenzione sarà necessaria ogni anno, diciamo anche due volte l’anno, per rimuovere la vegetazione in eccesso, ad esempio alberi morti o caduti, in modo che le cose possano rigenerarsi naturalmente” spiega Rok Fazarinc, ingegnere per la protezione dalle inondazioni, ai microfoni di Euronews.
Le autorità hanno previsto anche l’installazione di sistemi pensati per bloccare rami e alberi ed evitare che la loro caduta provochi danni alle abitazioni e ad altri edifici.
Finora il Governo sloveno ha stanziato mezzo miliardo di euro, destinati ai residenti, imprese e amministrazioni locali, per portare avanti le attività di bonifica e ripristino dei territori. Ma anche i cittadini è richiesto di fare la loro parte. Per riuscire a coprire le spese necessarie per il piano di adattamento è stata aumentata un’imposta temporanea quinquennale sugli attivi bancari pari allo 0,2%, che servirà a ricavare. Per lo stesso motivo è lievitata (dal 19% al 22%) pure l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società dal 19% al 22%. Inutile dire che queste misure non sono state accolte di buon grado.
“Gli aumenti delle tasse non sono mai graditi, ma crediamo che questo sia un investimento per il futuro, anche per l’economia. Perché strutture più resilienti, che ci rendono più sicuri contro le inondazioni e altri fenomeni naturali, ripagheranno molto anche in seguito” commenta Boštjan Šefic, Sottosegretario per il coordinamento delle misure e delle attività per la ricostruzione dopo le inondazioni.
Mentre la Slovenia si è subito attivata per proteggere l’ambiente e la vita della sua popolazione, con una strategia mirata, in Italia la questione climatica continua ad essere presa molto alla leggera, come se non ci toccasse da vicino (eppure ci tocca particolarmente, e le alluvioni che hanno messo in ginocchio Toscana e dell’Emilia-Romagna ne sono la prova).
Dopo anni di discussioni e rinvii, solo un paio di settimane fa il nostro Paese ha finalmente approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ma al momento è solo carta. Bisogna passare al più presto ai fatti (prima che sia davvero troppo tardi).
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Fonte: Direkcija Republike Slovenije za vode
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