Tra le notizie vaghe e contrastanti che continuano a susseguirsi sullo stato attuale dei reattori nucleari della centrale di Fukushima, in seguito ai danni subìti agli impianti di raffreddamento dopo il devastante terremoto che ha colpito il Giappone venerdì scorso, a dar manforte ai tentativi di rassicurare la popolazione circa la sicurezza della situazione da parte del governo nipponico, arrivano le dichiarazione di alcuni scienziati nucleari degli Stati Uniti che escludono completamente un incidente delle proporzioni di quello avvenuto a Chernobyl.
Tra le notizie vaghe e contrastanti che continuano a susseguirsi sullo , in seguito ai danni subìti agli impianti di raffreddamento dopo il devastante terremoto che ha colpito il Giappone venerdì scorso, a dar manforte ai tentativi di rassicurare la popolazione circa la sicurezza della situazione da parte del governo nipponico, arrivano le dichiarazione di alcuni scienziati nucleari degli Stati Uniti che escludono completamente un incidente delle proporzioni di quello avvenuto a Chernobyl.
Perché? “La fuoriuscita di materiali radioattivi in una vastissima area come accaduto nell’incidente di Chernobyl è stata la conseguenza di un violento incendio della grafite all’interno del reattore. – ha spiegato Peter Caracappa, un ingegnere nucleare del Rensselaer Polytechnic Institute a LiveScienze.com – La centrale di Fukushima non ha grafite nel nucleo per cui tale ipotesi è da escludere”.
Le due centrali atomiche sono molto diverse anche nel design: “Il reattore giapponese ha anche un edificio di contenimento, progettato per limitare i danni di un incidente che il reattore di Chernobyl non aveva”
Gli scienziati sono tutti concordi nell’affermare che un accumulo di calore e pressione intorno le barre di combustibile nucleare nella centrale di Fukushima Daiichi (circa 160 miglia, o 260 chilometri, a nord di Tokyo) potrebbe sciogliere il corpo in acciaio del contenitore e inondare la stanza di contenimento in calcestruzzo con materiali radioattivi. In tal modo la radioattività verrebbe rilasciata all’esterno solo nel caso di un fallimento del contenimento.
“E ‘molto improbabile“, afferma Kent Hansen, un ingegnere nucleare MIT sistemi. “anche se non me la sento di dire impossibile perché non si possono prevedere le conseguenze, ad esempio, di un ulteriore terremoto di magnitudo 9,9 sotto l’edificio di contenimento“, ha chiarito Hansen, riferendosi alla possibilità che un più potente sisma potrebbe colpire ancora la zona. “Ma la fusione del recipiente – che avviene quando un nocciolo del reattore nucleare si surriscalda e si “sciolgie”, ndr – a pressione che circonda il nucleo non può danneggiare la camera di contenimento in sé per sé”
Anche Neil Todreas, un altro scienziato del MIT nucleare specializzato negli aspetti idraulici dei sistemi nucleari in condizioni di incidente, ne ribadisce la sicurezza: “Il contenimento riuscirà a contenere tutta la radioattività all’interno di esso,”.
E allora se, davvero avvenisse la temuta fusione ad uno dei reattori della centrale danneggiata, quali sarebbero le conseguenze? Stando sempre a quanto affermato da Hansen, “il materiale radioattivo inonderebbe la stanza di contenimento e si darebbe il via alle procedure ad hoc per eseguire poco a poco la decontaminazione”
Il cesio radioattivo, però, che è un sottoprodotto della fissione dell’uranio, come abbiamo visto, è stata rilevata dentro, ma anche intorno alla struttura del reattore. Perché ? Secondo gli ingegneri statunitensi, la fuga all’esterno di radiazioni non è stata causato dal fallimento della stanza di contenimento bensì “rilasciata da parte della pianta del reattore, sotto forma di vapore, per controllare e ridurre la pressione nel contenimento“, assicura Todreas in un’email alla rivista scientifica americana.
Anche perché l’esplosione, avvenuta per l’accumulo di pressione causata da malfunzionamenti del sistema di raffreddamento presso la struttura dopo che i reattori sono stati spenti durante il terremoto di venerdì, fino ad ora non sembra aver danneggiato la camera di contenimento.
Questo perché :“L’acqua esistente nel contenitore del reattore, che copre le barre di combustibile, si riscalda e bolle”, spiega Todreas “Il vapore risultante provoca un accumulo di pressione.”
Siamo più tranquilli ora?
Simona Falasca
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