La siccità che sta colpendo il nord Italia è visibile anche dallo spazio, come mostrano le immagini satellitari. E i prossimi mesi si preannunciano letteralmente "di fuoco"
Anche se gli ultimi giorni sono stati carichi di pioggia un po’ in tutto il Paese e se le previsioni meteo annunciano maltempo anche per buona parte della prossima settimana, la situazione di siccità in cui versano le regioni settentrionali italiane e, in particolare, il corso del fiume Po, resta drammatica. Infatti, pochi giorni di pioggia, anche se violenta e torrenziale come quella che stiamo vivendo, non potranno riparare i danni fatti da oltre cento giorni di totale assenza di precipitazioni.
È l’allarme lanciato dalla Commissione Europea che, grazie alle osservazioni satellitari della sonda Copernicus, ha osservato dallo spazio il progressivo inaridimento dei nostri territori. I settori agricolo e dell’allevamento sono già in affanno, con terreni aridi come ad agosto inoltrato e assenza di risorse idriche per irrigare campi o abbeverare gli animali.
A severe drought🚱 is affecting northern #Italy🇮🇹 and particularly the Po River basin#DYK that, as a consequence, water storage for hydropower generation is impacted?⚡️
Read the detailed report by our Global Drought Observatory #GDO at👇
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— Copernicus EMS (@CopernicusEMS) April 1, 2022
Nel frattempo, la siccità sta già incidendo sul volume di acqua immagazzinata per la produzione di energia nel sistema idroelettrico italiano, con la maggior parte dei serbatoi al di sotto dei valori minimi storici (1970-2019) già dallo scorso settembre.
Non è solo l’assenza di pioggia a spaventare, ma anche la scarsezza di neve, ovvero delle riserve idriche “solide” – come stimato dall’indicatore Snow Water Equivalent, che ha riportato valori estremamente bassi su tutto l’arco alpino durante quest’inverno. L’assenza di neve si tradurrà, nei mesi estivi, in un minor afflusso di acqua ai fiumi durante la primavera – e anche questo contribuirà ad inasprire la siccità già drammatica.
Ma i problemi non sono ancora finiti: l’inverno appena trascorso, oltre ad essere stato quasi privo di piogge, ha fatto registrare temperature ben oltre la media stagionale. L’insolito “caldo” ha fatto anticipare l’inizio della stagione vegetativa, che si è arenata a causa della mancanza d’acqua. Questo vuol dire semi già bruciati e terreni non può coltivabili.
Gli esperti della Commissione Europea preannunciano che i prossimi tre mesi saranno molto duri per l’Italia da superare, a causa delle condizioni di inedita siccità. Anche se dovesse piovere (come sta facendo) il terreno sarebbe troppo secco e brullo per accogliere l’acqua che cade dal cielo. Inoltre, le precipitazioni a cui ci stiamo abituando sono di carattere torrenziale ed estremo, e provocano più danni che benefici ai territori aridi.
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Fonte: Copernicus
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