La Siberia sta bruciando a causa dei gravi incendi che stanno devastando la tundra e i boschi. Il cambiamento climatico non risparmia.
Temperature record, alluvioni, incendi, piogge torrenziali che hanno fatto crollare enormi dighe: non è l’apocalisse, ma i tremendi effetti della crisi climatica, un fenomeno che ha sta mostrando i suoi devastanti effetti dalla Germania, agli Stati Uniti, dal Canada alla Cina e, ultima, la Siberia.
Qui, nella regione più a nord della Russia, conosciuta per essere una delle aree più fredde del pianeta, le fiamme stanno divorando la tundra e i boschi.
La città di Yakutsk (nel Nord-Est della Russia), considerata una delle città con i climi più rigidi a livello mondiale, è ora circondata da una nube altamente tossica, considerata uno degli eventi più inquinanti attualmente esistenti. Per questo le istituzioni hanno invitato i 320 mila cittadini a chiudersi dentro le abitazioni, così da evitare le pericolose sostanze chimiche: i danni sulla salute potrebbero essere immediati.
Per far fronte alla situazione e arginare le fiamme, il Governo ha messo in campo l’esercito e oltre 2000 uomini. Tuttavia, nonostante l’ingente impiego di risorse, le fiamme non i fermano. In questo momento sono attivi 250 incendi in un’area di 5720 chilometri quadrati.
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