Più del 10% del territorio di Roma Capitale sprofonda nei "sinkholes", mentre le amministrazioni locali non stanno facendo nulla per tutelare i residenti
Sotto Roma, un’altra Roma. Da alcuni anni gli abitanti di alcune zone urbanistiche di Roma Capitale hanno scoperto un vero e proprio mondo sotterraneo proprio sotto i loro piedi, fatto di cunicoli, grotte, gallerie, addirittura catacombe (scoperte nel 2016).
È il fenomeno dei sinkholes, veri e propri “vuoti” nel sottosuolo che vengono scoperti casualmente a partire da un piccolo buco nel manto stradale, dal quale è possibile vedere centinaia di metri di cavità. Tor de’ Schiavi, Centocelle Prenestino, nascondono sotto il manto stradale reti di cunicoli cavi che si sviluppano per centinaia di metri.
Il fenomeno è tutt’altro che rassicurante per i residenti, i quali vivono con la consapevolezza che la loro casa potrebbe sprofondare da un momento all’altro. La loro angoscia è ulteriormente aggravata dalle frequenti perdite che interessano le reti idrica e fognaria della zona e che non fanno altro che indebolire ulteriormente le strutture sotterranee portando a crolli continui.
Come abbiamo detto, il problema è ben noto da anni sia ai cittadini che alle autorità locali. Eppure le amministrazioni cittadine che si sono susseguite in questi anni hanno fatto ben poco per mettere in sicurezza case, strade, scuole e infrastrutture, e per provare a risolvere il problema.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha provato a “mappare” le cavità e le gallerie presenti nel sottosuolo della capitale per creare una Carta di suscettibilità ai sinkholes – ovvero una mappa delle probabilità che un evento di sprofondamento antropogenico si verifichi in un determinato spazio, con determinate caratteristiche geologiche-morfologiche al contorno, in un tempo infinito.
I quartieri più interessati ai sinkhole sono i quartieri Tuscolano, Prenestino, Centocelle (Municipio V), Appia-Antica (Municipio VII), Tiburtino (Municipio IV), S. Giovanni-Labicano e la zona Flaminia-Cassia.
Le aree a più alta suscettibilità del territorio urbano (probabilità che un evento di sinkhole si verifichi pari al 95%) sono pari a circa 7 km2, mentre le aree con probabilità di evento pari al 90% hanno estensione di circa 33 km2. In conclusione, circa l’11% del territorio di Roma ha probabilità molto alta di innesco di un evento di sinkhole,
Fenomenologia dei sinkholes
I sinkholes sono una forma di catastrofe naturale che colpisce la superficie terrestre, molto pericolosa poiché molto repentina nel suo sviluppo. Queste enormi voragini nel terreno si aprono in modo graduale (ciò porta sottovalutare il fenomeno) fino ad inghiottire tutto quello che si trova sopra di loro.
Il termine sinkhole fu introdotto per la prima volta negli anni ’60 per indicare depressioni circolari che si formavano a seguito del crollo di cavità carsiche sotterranee. Successivamente, esso fu esteso a indicare contesti geologici simili a quelli carsici che si trovavano anche in altre zone del mondo – come ad esempio lungo le coste del Mar Morto, in Israele.
Confrontando fra loro questi ambienti si è scoperto che essi condividono caratteristiche morfologiche simili: un substrato di rocce solubili con al di sopra una coltre di depositi alluvionali (es. depositi di fiume definiti, la copertura) con scarse proprietà geo meccaniche.
Fra i fattori scatenanti dei sinkholes si menzionano la presenza di un’attiva circolazione idrica sotterranea in pressione che forma dei flussi erosivi diretti verso la superficie (deep piping), gli impulsi improvvisi generati da un terremoto; le vibrazioni e i carichi di origine umana.
Fonti: ISPRA / INGVA
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