Il Monte Rosa è in agonia, scomparsi 40 metri di ghiacciaio nel giro di un anno

I risultati del nuovo monitoraggio di Legambiente del Monte Rosa sono inquietanti: negli ultimi due anni il ghiacciaio Indren si è ritirato di ben 64 metri, mentre i Glacionevati di Flua sono praticamente spariti

Prosegue inesorabile il ritiro dei nostri ghiacciai. Sul Monte Rosa dove fino a qualche mese fa predominava il bianco adesso c’è una distesa marrone di roccia. Lo stato di salute del ghiacciaio di Indren preoccupa sempre di più: in due anni è stato registrato un arretramento frontale di 64 metri, di cui 40 sono scomparsi soltanto nell’arco degli ultimi 12 mesi. Mentre i Glacionevati di Flua sono quasi totalmente spariti.

Ad accendere i riflettori sull’agonia del massiccio montuoso più esteso delle Alpi è Legambiente, impegnato – come da tradizione – nella campagna di monitoraggio Carovana dei Ghiacciai, che si concluderà il 3 settembre.

A proposito della situazione relativa al Monte Rosa, l’associazione parla di un “dato mai registrato dagli operatori glaciologici negli ultimi cinquant’anni.

Dove prima si sciava adesso c’è una distesa di roccia

Nell’area del ghiacciaio di Indren, dove fino a venticinque anni fa si sciava d’estate, ora c’è un deserto di roccia. Gli effetti generati dalla crisi climatica impongono una sollecita riflessione sul futuro della montagna – sottolinea  Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna – Per questo motivo durante la seconda tappa della campagna abbiamo aperto uno spazio di riflessione sulla necessità di ripristino di siti naturali e riuso delle infrastrutture dismesse, trasformando le montagne da luoghi di consumo a sedi di elaborazioni innovative e sostenibili.

Come spiegato da Legambiente, dal monitoraggio è emerso che il settore laterale destro del ghiacciaio è a rischio frammentazione, mentre la superficie è soclata da numerosi ruscelli distribuiscono l’acqua di fusione verso pozze e laghetti.

“La copertura detritica è risultata notevolmente aumentata rispetto agli ultimi anni, e sono stati individuati numerosi blocchi precipitati sul ghiacciaio dalle pareti del circo glaciale, anch’esse destabilizzate per processi gravitativi e di dilavamento legati alla scomparsa della copertura glaciale e alla degradazione del permafrost” aggiunge Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e docente presso l’Università di Torino.

A preoccupare gli esperti non è soltanto la graduale scomparsa del ghiacciaio di Indren, ma anche gli altri presenti sul massiccio.

Non rassicuranti anche i rilevamenti frontali sul Ghiacciaio di Bors che in due anni registra un arretramento di 18 metri, di cui 7 metri tra il 2020 e il 2021 e 11 metri tra il 2021 e 2022. – spiega Legambiente – Nella giornata di monitoraggio scientifico si è osservato anche lo stato di sofferenza del Ghiacciaio Sud delle Locce e la quasi totale sparizione dei Glacionevati di Flua.

Insomma il 2022 è decisamente un annus horribilis per i ghiacciai alpini, che presto – di questo passo – potrebbero restare solo un lontano ricordo.

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Fonte: Legambiente 

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