Una perdita di ghiacciaio senza precedenti che potrebbe contribuire al riscaldamento globale e avere un impatto negativo sul clima di tutto il mondo
Una porzione di ghiaccio quattro volte più grande della Francia si è sciolta dal 2014 in Antartide.
Decenni di espansione dei ghiacciai dell’Antartide sono stati spazzati in tre anni, lasciando perplessi gli scienziati sulle cause.
Un restringimento così consistente di ghiacciaio ha ripercussioni sulla fauna selvatica e potrebbe contribuire al riscaldamento globale.
Una perdita di ghiaccio senza precedenti
Una quantità di ghiaccio grande quattro volte più della Francia si è sciolta dal 2014 in Antartide. È quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
L’analisi è stata effettuata grazie a rilevazioni satellitari condotte tra il 2014 e il 2017.
Le immagini hanno mostrato una diminuzione dei ghiacciai dell’Antartide senza precedenti: l’estensione dell’area coperta da ghiaccio è inferiore a quella registrata negli ultimi quaranta anni.
L’estensione del ghiacciaio è diminuta di 2,1 milioni di chilometri quadrati nel triennio compreso tra il 2014 e il 2017, passando da 12,8 milioni di chilometri quadrati a 10,7.
Gli scienziati sono perplessi sul motivo per cui si sia verificata una perdita tanto consistente e non sanno se lo scioglimento del ghiaccio sia da attribuire o meno ai cambiamenti climatici in corso.
Cause e conseguenze della perdita di ghiacciaio in Antartide
Analizzando i dati dei decenni scorsi, i ricercatori hanno notato una diminuzione consistente di ghiaccio negli anni ‘70, seguita da un periodo in cui il ghiacciaio è nuovamente aumentato, raggiungendo il picco massimo proprio nel 2014, anno in cui ha iniziato a diminuire repentinamente.
Come dichiarato da Claire Parkinson, autrice dello studio:
C’è stato un periodo negli anni ’70, in cui si è verificata un’enorme diminuzione del ghiaccio marino in Antartide, che poi è tornato ad aumentare, quindi potrebbe verificarsi un’inversione nel giro di pochi anni
Tra il 2017 e il 2018 è stato registrato un nuovo incremento della quantità di ghiaccio, anche se debole, dunque i ricercatori sperano che la perdita avvenuta tra il 2014 e il 2017 possa dipendere da una variabilità naturale.
I ghiacciai infatti non sono influenzati solo dall’aumento delle temperature, ma anche dai venti, dal buco dell’ozono e da altri fattori.
Al momento secondo gli scienziati sembra quindi prematuro sostenere che queste perdite possano portare a un declino definitivo.
Resta però il fatto che perdite così elevate di ghiaccio in così poco abbiano ripercussioni negative sulla fauna e sulla flora selvatiche, tra cui i pinguini, balene, foche, albatros, krill e tutta una serie di altri animali e piante, la cui sopravvivenza dipende proprio dalla presenza di ghiaccio.
Lo scioglimento dei ghiacciai inoltre contribuisce al riscaldamento globale e potrebbe peggiorarlo, perché il ghiaccio marino riflette il 50-70& dell’energia solare, mentre l’acqua può assorbirne fino al 90%.
Andrew Shepherd, professore dell’Università di Leeds, ha dichiarato che:
“Il rapido declino ci ha colto di sorpresa e cambia completamente il quadro: ora il ghiaccio marino si sta ritirando in entrambi gli emisferi e questo rappresenta una sfida perché potrebbe significare un ulteriore riscaldamento”
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Tatiana Maselli