Sciame sismico ai Campi Flegrei: gente fugge in strada dopo il terremoto di magnitudo 3.3

I Campi Flegrei tornano sotto i riflettori, dopo le numerose scosse di terremoto avvenute nelle scorse ore. Diverse le persone scese in strada durante la notte e alle prime luci dell'alba per la paura, ma il sindaco di Pozzuoli invita i cittadini a mantenere la calma

È stata una notte inquieta per gli abitanti del Napoletano a causa di un importante sciame sismico che sta interessando la zona dei Campi Flegrei. In totale sette le scosse riportate dall’INGV a partire da ieri sera nell’area vulcanica attiva da più di 80.000 anni. Il terremoto più intenso – di magnitudo 3.3 – è stato registrato all’alba, alle 6.18, a una profondità di 2 km.

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@Ingv Terremoti

Le continue scosse hanno messo in allarme la popolazione di Pozzuoli e dei comuni limitrofi. Diverse le persone scese in strada durante la notte e le segnalazioni sui social. I terremoti più forti sono stati avvertiti anche nella città di Napoli. Dai primi rilievi non sono stati riscontati danni ad edifici e altre strutture.

Ad invitare a non farsi prendere dal panico è stato il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni, che ha provato a rassicurare i residenti attraverso un post pubblicato su Facebook sulla pagina del comune:

Capisco che siete spaventati e preoccupati, ma vi assicuro che, insieme al direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito, alla Protezione Civile e alla Polizia Municipale, stiamo monitorando in tempo reale la situazione. Vi chiedo di mantenere la calma e di fare riferimento solo ai canali ufficiali di comunicazione.

Cosa succede nell’area dei Campi Flegrei

Da decenni la zona dei Campi Flegrei, caratterizzata dal fenomeno del bradisismo (lettaralmente movimento lento del suolo), viene costantemente monitorata dagli esperti. Qui l’ultima eruzione risale al 1538, che portò alla formazione del cono di tufo di Monte Nuovo nel settore occidentale della caldera, ad ovest Pozzuoli.

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Nell’ultimo ventennio ad oggi sono stati registrati oltre 3000 terremoti ai Campi Flegrei, dei quali solo una decina hanno magnitudo maggiore di 2.0. La più forte – di magnitudo 4.4. – risale al 1983, mentre altre due piuttosto rilevanti – di magnitudo 3.5 e 3.6 – sono avvenute nel marzo del 2022.

Da una recente indagine  – condotta dai ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano (INGV-OV) in collaborazione con l’University College London (UCL) – è emerso che la crosta della caldera della vulcanica campana si è indebolita a causa di questi episodi di sollevamento del suolo.

Il nostro studio conferma che i Campi Flegrei si stanno avvicinando alla rottura. In ogni scenario, la crosta superficiale dei Campi Flegrei sarà stata parzialmente o completamente rotta. Sarà quindi strutturalmente più debole di quanto non sia mai stato durante i suoi disordini dal 1950 e quindi, rispetto ai precedenti episodi di disordini vulcanici, risulterà più facile per il nuovo magma trovare una via verso la superficie. – chiariscono gli scienziati nella ricerca – Di conseguenza, un’eruzione magmatica può essere preceduta da segnali precursori più deboli di quelli visti fino ad oggi, ad esempi un minor numero di terremoti o di episodi di sollevamento del suolo.

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Fonti: INGV/Comune di Pozzuoli

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