Grande Barriera Corallina: è allarme per lo sbiancamento dei coralli (VIDEO)

In Australia, intorno a Lazard Island, si alza il livello di allarme per il repentino sbiancamento dei coralli.

Cambiamenti climatici e Grande Barriera Corallina: in Australia si alza il livello di allarme per il repentino sbiancamento dei coralli. Un preoccupante processo di sbiancamento amplificato senza dubbio da El Nino, con pesanti ripercussioni in particolare a Nord, intorno a Lazard Island.

A documentarlo è il gruppo di studio del Coral Watch guidato dal professore Justin Marshall che in un drammatico video (vedi sotto) mostra ancora evidenti colpi di sbiancamento dei coralli, tanto che l’Ente Parco della Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef Marine Park Authority) ha innalzato l’allarme al livello 3, il livello di risposta più alto.

Patrimonio mondiale dell’Unesco, il Parco nazionale della Grande barriera corallina in Australia rientra tra le aree marine protette più grandi del mondo: contiene più di 200mila km quadrati di habitat di piattaforma continentale poco profonda. Si estende lungo un arco di poco più di 2mila km, al largo della costa nord-orientale del continente agli antipodi, ed è qui che sono state fatte le ricerche scientifiche più avanzate in campo oceanografico sulla fauna marina.

Il portavoce del WWF, Richard Leck, esorta ad affrontare il cambiamento del clima, alimentato dalla combustione di combustibili fossili. “Il nuovo video e le foto sono molto preoccupanti e mostrano grandi sezioni di corallo svuotato di tutti i colori e la lotta per la sopravvivenza – spiega -. Questo è il peggior evento di sbiancamento del corallo che abbia mai colpito questa parte più incontaminata della Grande Barriera Corallina”.

Ma, aggiunge Leck, noi saremmo in grado di cambiare rotta e la Barriera potrebbe recuperare, se solo “accelerassimo il passo verso l’energia pulita e rinnovabile, riducendo inquinamento e disboscamenti. L’Australia deve accelerare la transizione verso l’energia pulita, come solare ed eolica, fissando un obiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035”.

Quello che sta mandando in rovina le barriere coralline di tutto il mondo (non c’è solo l’Australia, ma anche i Caraibi e le Hawaii) è il terzo evento globale di sbiancamento dopo quelli del 1998 e del 2002. Ciò accade quando, a causa del surriscaldamento delle acque, i coralli espellono un’alga fondamentale per il loro nutrimento, che è proprio quella che conferisce loro il classico colore. Espellendo questa sostanza vanno in pratica incontro alla morte.

great barrier reef

Photo credit: XL Catlin Seaview Survey

E qui, ahimè, ad essere in pericolo non sono solo i coralli, ma anche le estese praterie di piante marine e le specie che vivono quelle aree. Come ad esempio i dugonghi (la cui popolazione è solo il 3% rispetto a quella del 1960), la tartaruga a dorso piatto e la tartaruga verde, che frequentano l’area marina di Abbot Point per riprodursi e alimentarsi.

Una meraviglia a pieno titolo. E ancora abbiamo gli occhi bendati su quanto stiamo distruggendo.

Germana Carillo

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