Gli incendi sul Vesuvio del 2017 furono spenti con acqua contaminata

Non solo sono stati incendiati ettari ed ettari di boschi, ma moltissimi di quei roghi sono stati domati usando anche dell’acqua contaminata. La nuova indagine in Campania

Da un’indagine condotta sui rifiuti prelevati e smaltiti abusivamente dai cantieri per la realizzazione di una tratta della metro di Napoli emerge un particolare inquietante

Oltre al danno, la beffa. Non solo sono stati incendiati ettari ed ettari di boschi, ma moltissimi di quei roghi sono stati domati usando anche dell’acqua contaminata. Nel laghetto da dove è stata prelevata e nel suolo circostante, infatti, sono state trovate altissime quantità di cadmio, idrocarburi e amianto.

È quanto emerge da un’inchiesta sul traffico illegale di rifiuti e sul loro riutilizzo in Campania condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale, che ha di fatto portato a cinque ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, coinvogendo anche un funzionario della Protezione Civile.

3000 roghi che hanno distrutto 13mila ettari di suolo: il Vesuvio e le terre limitrofe l’anno scorso sono state arse senza pietà. E l’acqua per spegnere i roghi sarebbe stata prelevata dagli elicotteri anche in un lago di Comiziano, nel napoletano, dove i gestori del sito di ricomposizione ambientale sversavano rifiuti pericolosi non trattati provenienti dalla ditta Edil Cava Santa Maria la Bruna di Torre del Greco.

Questa aveva un contratto con l’impresa che realizza la metropolitana di Napoli per il recupero degli scarti di lavorazione.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della procura distrettuale della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, nell’ambito di un’indagine che rappresenta la prosecuzione di una uguale manovra investigativa che nel maggio del 2016 aveva interessato le cave San Saverino Ricomposizioni Ambientali e Neos.

Per prevenire gli incendi boschivi ed evitare il disastro del 2017, intanto, la Regione Campania fa sapere di aver stanziato 30milioni di euro da impiegare in tre anni e sviluppare così una rete di controllo per intercettare i focolai prima che diventino roghi.

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Germana Carillo

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