Credete di più nei cambimenti climatici o nel riscaldamento globale? Che cambia? Questione di terminologia direte voi, ma a quanto pare sempre più persone credono nel climate change ma non troppo nel global warming. Almeno stando ad uno studio dell'Università del Michigan, pubblicato nel prossimo numero di Public Opinion Quarterly.
Credete di più nei cambimenti climatici o nel riscaldamento globale? Che cambia? Questione di terminologia direte voi, ma a quanto pare sempre più persone credono nel climate change ma non troppo nel global warming. Almeno stando ad uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato nel prossimo numero di Public Opinion Quarterly.
“Questione di formulazione” ha detto Jonathon Schuldt, co-autore della ricerca insieme agli psicologi Sara Konrath e Norbert Schwarz. E in effetti gli psicologi hanno condotto l’esperimento attraverso l’American Life Panel, un sondaggio online condotto dalla Rand su un campione di 2.267 cittadini statunitensi adulti. Ai partecipanti è stato chiesto di riferire il loro livello di certezza sul fatto che i cambiamenti climatici siano un problema serio. Questa domanda è stata sottoposta in due versioni, una con “riscaldamento globale”, l’altra con cambiamenti climatici:
Potreste aver sentito l’idea che la temperatura del mondo starebbe salendo [modificando] negli ultimi 100 anni, un fenomeno a volte chiamato riscaldamento globale [cambiementi climatici]. Qual è il tuo parere personale riguardo al fatto se stia realmente accadendo?
Nel complesso, il 74% delle persone ha risposto che il problema era reale quando è stato indicato come cambiamento climatico, mentre circa il 68% pensava che fosse vero quando è stato denominato come riscaldamento globale. Questi diversi livelli di credenza potrebbero derivare da diverse associazioni effettuate dai due termini. Come ha tenuto a specificare Schuldt, infatti, : “Mentre il riscaldamento globale focalizza l’attenzione sugli aumenti di temperatura, il cambiamento climatico concentra l’attenzione sul più generale concetto di cambiamento. Così un giornata insolitamente fredda può aumentare i dubbi sul riscaldamento globale più che sui cambiamenti climatici. Date queste differenti associazioni e la natura del problema, ci si potrebbe aspettare – conclude Schuldt – che credenti e scettici del climate change varino nell’uso di questi termini”.
Per questo parte dello studio è stato concentrato anche nell’analisi dell’utilizzo che i siti web di diverso orientamento politico fanno di queste due terminologie constatando come i portali conservatori tendano a chiamare il fenomeno riscaldamento globale, mentre quelli liberali cambiamenti climatici. Quando poi i ricercatori hanno analizzato le risposte al sondaggio di orientamento politico, hanno constatato come la discrepanza di credenza in base alla terminologia fosse maggiore nei partecipanti che si identificavano come repubblicani. Mentre il 60% dei repubblicani ha riferito di credere nei cambiamenti climatici, solo il 44% di essi ha asserito che il riscaldamento globale fosse un problema reale. Al contrario circa l’86% dei democratici ha sostenuto la tesi che il cambiamento climatico sia un problema serio a prescindere da come venisse formulata la domanda. Perché?
“Potrebbe essere un effetto massimale dato il loro livello di convinzione” – ha detto Konrath – “oppure potrebbe essere che la credenza sul cambiamento climatico globale nei democratici sia più radicata e di conseguenza “immune” da “sottili manipolazioni”.
La buona notizia è che gli americani non sono poi così polarizzati sulla questione come si pensava finora: “L’entità del divario partigiano su questo problema dipende fortemente la formulazione della domanda”, ha detto Schwarz, “Quando il problema è inquadrato come il riscaldamento globale, il divario partigiano è quasi 42 punti percentuali. Ma quando il telaio è il cambiamento climatico, il divario partigiano scende a circa 26 punti percentuali“
Simona Falasca