Due nuovi studi provano che il riscaldamento globale cui stiamo assistendo è senza precedenti per intensità e per ampiezza delle aree colpite
Due nuove ricerche smentiscono la teoria secondo la quale i cambiamenti climatici siano sempre avvenuti sulla Terra e che le fluttuazioni delle temperature che stiamo osservando negli ultimi anni siano normali per il nostro Pianeta.
I due nuovi studi, coordinati da da Raphael Neukom dell’Università di Berna e pubblicati sulle riviste Nature e Nature Geoscience, hanno analizzato le variazioni di temperatura avvenute sulla Terra negli ultimi duemila anni.
Tali variazioni possono dipendere da fattori naturali o antropogenici e distinguere questi fattori è essenziale per stimare le conseguenze delle attività umane sul riscaldamento globale e sul cambiamento climatico.
I ricercatori hanno ricostruito le temperature medie globali degli ultimi due millenni e analizzato i dati con diversi modelli statistici e hanno concluso che l’aumento delle temperature avvenute dalla Rivoluzione industriale in poi è senza precedenti.
Fino all’era preindustriale, infatti, si sono verificate fluttuazioni delle temperature che hanno riguardato solo alcune zone del globo, dovute principalmente a fattori naturali come l’attività vulcanica, e marginalmente a fattori antropogenici. Nel Medioevo, ad esempio, è stata registrata un’anomalia climatica che ha interessato il 40% del Pianeta, mentre la piccola era glaciale avvenuta tra il XVI e il XIX secolo ha interessato solo il 12% della superficie terrestre.
A partire dalla Rivoluzione industriale, le attività umane si sono intensificate e l’inquinamento legato ad esse ha determinato un aumento delle temperature insolito e repentino: oggi il riscaldamento globale colpisce il 98% della Terra.
Quello che stiamo vivendo è dunque il periodo più caldo degli ultimi duemila anni e i risultati dello studio forniscono una prova evidente che il riscaldamento globale antropogenico non è solo ineguagliato in termini di temperature assolute, ma è anche senza precedenti per quanto riguarda le dimensioni dell’area colpita dal fenomeno, che interessa la quasi totalità del Pianeta.
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Tatiana Maselli