Ripristino degli ecosistemi: approvata in Europa la proposta di legge che l’Italia voleva fermare

Nature Restoration Law, ovvero dal ripristino della natura dipende la nostra sopravvivenza, motivo per cui (per fortuna) i Paesi europei hanno deliberati a favore della legge

Il Consiglio Ambiente dell’Unione europea ha annunciato di aver raggiunto un accordo (orientamento generale) su una proposta di Nature restoration law, che mira a mettere in atto una serie di misure di ripristino che coprano almeno il 20% delle zone terrestri e marittime europee.

Si tratterebbe di un elemento chiave della strategia dell’UE sulla biodiversità, che richiede obiettivi vincolanti per ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale di cattura e immagazzinamento del carbonio, e per prevenire e ridurre l’impatto dei disastri naturali.

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Il motivo? La natura in Europa è in allarmante declino, con oltre l’80% degli habitat in cattive condizioni. Il ripristino delle zone umide, dei fiumi, delle foreste, delle praterie, degli ecosistemi marini e delle specie che ospitano aiuterebbe quindi a:

  • aumentare la biodiversità
  • proteggere le cose che la natura fa, come pulire la nostra acqua e aria, impollinare i raccolti e proteggerci dalle inondazioni
  • limitare il riscaldamento globale a 1,5°C
  • rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica dell’Europa, prevenendo le catastrofi naturali e riducendo i rischi per la sicurezza alimentare

Cosa prevede la legge

Nello specifico, la Nature Restoration Law propone di adottare misure di ripristino su almeno il 20% del territorio e dei mari europei entro il 2030 e di riparare tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050, per garantire il recupero e la resilienza della natura e della biodiversità nel lungo periodo.

Decisione fondamentale, alla luce degli impegni sottoscritti per la Strategia Globale sulla Biodiversità della Convenzione sulla Biodiversità e degli obiettivi sul clima all’interno del Green Deal, dato che l’Unione Europea rischia di non riuscire a raggiungerli senza questa nuova legge.

La posizione dell’Italia

Alla Nature restoration law il voto contrario dell’Italia, tramite la persona del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

È inspiegabile – dicono dal WWF – la posizione dell’Italia che, essendo uno dei Paesi a più alta biodiversità di tutta l’Europa, dall’entrata in vigore della Nature Restoration Law potrà avere effetti positivi, non solo per la natura e l’ambiente, ma anche per la stessa economia. Quella espressa dal Governo per il tramite del Ministro Pichetto Fratin è una scelta politico-ideologica che contrasta con gli interessi del nostro Paese. Auspichiamo che gli europarlamentari italiani, chiamati a metà luglio a votare la legge, vorranno assumere una posizione diversa, più in linea con l’Europa e con la storia del nostro Paese.

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Fonti: European Commission / WWF

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