Abbiamo bisogno di tornare al vuoto a rendere, il report che lo dimostra

Lattine e bottiglie spesso non vengono riciclate. Il rapporto What a Waste svela che in Italia ne sprechiamo ogni anno 7 miliardi

Solo in Italia sono i 119 contenitori che ogni anno ciascuno di noi getta via senza dargli la possibilità di essere riutilizzati o riciclati, si parla di un totale di 7 miliardi di imballaggi. A rilanciare l’attenzione sul tema è il nuovo rapporto What a Waste.

Il problema di bottiglie e lattine che invece di entrare nel circolo virtuoso del riciclo finiscono nell’indifferenziata o, nei casi peggiori, nel mare e nei fiumi è sotto gli occhi di tutti. Ma a mettere nero su bianco la situazione di 24 paesi Ue, Italia compresa, è il rapporto What we Waste, curato dalla no profit Reloop con il supporto di Break Free From Plastic e Changing Markets Foundation.

Il documento espone dei numeri molto chiari e decisamente preoccupanti riguardo al numero di bottiglie e lattine che ogni anno vengono sprecati e non avviati al riciclo. Si parla di oltre 41 miliardi di bottiglie di plastica, bottiglie di vetro e lattine di metallo all’anno che, disseminate in ogni dove, spesso finiscono in fiumi e oceani o in discariche e inceneritori in 24 paesi dell’Ue.

I nuovi dati sono relativi al 2019 ma la situazione da allora non può essere molto cambiata considerando che anche precedentemente, come mostra la seguente infografica inserita nel rapporto e relativa al 2017, il numero dei contenitori sprecati era praticamente identico.

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La situazione in Italia

L’Associazione Comuni Virtuosi come membro della piattaforma Reloop, ha potuto accedere, attraverso questo strumento ad alcuni dati inediti per l’Italia che rivelano che i contenitori di bevande sprecati ogni anno sono oltre sette miliardi . Un numero esorbitante che rapportato a livello pro capite corrisponde a 119 contenitori “buttati via” in media da ogni italiano all’anno: 98 bottiglie in PET, 12 bottiglie in vetro e 9 lattine. Per i paesi come l’Italia che devono ridurre la dipendenza dalle materie prime e raggiungere gli ambiziosi target di raccolta e riciclo europei, accanto a questi dati negativi c’è però una buona notizia: la soluzione a questo spreco di risorse esiste già e porta con sé importanti opportunità ambientali ed economiche: dobbiamo introdurre i sistemi di deposito (Deposit Return System DRS).

@Comuni Virtuosi

Come emerge da simulazioni ottenibili dal cruscotto che accompagna lo studio , se l’Italia adottasse un DRS con le performance medie di riciclo dei sistemi di deposito attivi in Europa ridurrebbe del 75% lo spreco di imballaggi per bevande. I 7 miliardi di contenitori che sfuggono al riciclo si ridurrebbero a 1,7 miliardi con una quota media pro capite di 29 contenitori. La riduzione più consistente si avrebbe per le bottiglie in PET che dai quasi 5 miliardi di unità non riciclate, scenderebbe a 974 milioni. Ovvero da quasi 100 bottiglie sprecate pro capite a sole 16.

Cosa possiamo fare?

Un numero spaventosamente enorme che si potrebbe decisamente ridurre adottando semplici soluzioni. Come si legge in What we Waste, lo spreco di miliardi di bottiglie e lattine potrebbe essere evitato attraverso l’adozione di sistemi di deposito cauzionale e vuoto a rendere, che consentirebbe ai Paesi di soddisfare gli obiettivi della direttiva sulla plastica monouso:

“I sistemi di restituzione del deposito predisposti per il riciclaggio, la ricarica o entrambi fanno affidamento sul fatto che i consumatori paghino un piccolo deposito che viene completamente rimborsato alla restituzione della lattina o della bottiglia ed è uno dei sistemi più efficaci per ridurre l’inquinamento da plastica. 31 miliardi di contenitori di bevande in meno sarebbero sprecati se tutti i paesi dell’Ue adottassero un sistema di restituzione dei depositi come quelli già operativi in ​​otto Stati membri – tra cui Germania, Finlandia e Lituania – questa mossa ridurrebbe del 75% gli sprechi totali di questo tipo”.

Lo studio presenta dunque una via molto chiara per i responsabili politici dell’Ue che, se percorsa, garantirebbe ottimi risultati in quanto a riduzione degli sprechi, riciclo ma anche abbattimento delle emissioni dato che verrebbero prodotti molti meno nuovi contenitori per bevande.

Via che diversi paesi stanno iniziando a mettere in campo. Vi avevamo parlato ad esempio dell’Irlanda.

L’arrivo della pandemia, purtroppo, anche per questo aspetto non ci ha aiutato, anzi ha aggravato ancor di più la situazione della plastica e del monouso nel nostro paese, ma un po’ in tutto il mondo.

“I sistemi di deposito cauzionale si stanno velocemente diffondendo in Europa. Altri 12 paesi hanno già stabilito l’introduzione del sistema entro i prossimi quattro anni in relazione agli obiettivi imposti dalla SUP. In Italia ancora non se ne parla e la nostra associazione è stata l’unica realtà italiana ad avere fatto informazione sui sistemi di deposito cauzionali per bevande da almeno un lustro. Siamo stati anche gli unici ad avere portato all’attenzione del Governo – attuale e precedente – un elenco di proposte in materia di prevenzione dei rifiuti ed economia circolare, in cui i sistemi cauzionali e i modelli di riuso giocano un ruolo centrale”, conclude Silvia Ricci, responsabile Rifiuti ed Economia Circolare dell’Associazione Comuni Virtuosi.

Potete leggere il rapporto completo What a Waste  qui.

Fonte: What a Waste 

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