Man mano che le persone si vaccinano, milioni di rifiuti speciali vengono gettati via in ogni angolo del mondo.
Siringhe, aghi e minuscole fiale (oltre a una quantità considerevole di scatole): ogni giorno, man mano che sempre più persone ricevono le loro dosi del vaccino anti-Covid-19, milioni di rifiuti speciali vengono gettati via in ogni angolo del mondo.
In numeri? Vaccinare tutta la popolazione degli Stati Uniti, per esempio, richiederà da qui ai prossimi mesi così tanti aghi che ci si potrebbe fare quasi due volte il giro della Terra, secondo OnSite Waste Technologies. Cosa vuol dire? Che presto avremo una montagna di rifiuti che diventerà un serio problema.
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Le aziende di rifiuti sanitari rischiano senza dubbio di essere prima o poi sopraffatte dall’enorme volume di avanzi e molti ambientalisti già da tempo chiedono soluzioni più sostenibili che vadano di pari passo con l’accelerazione dei vaccini: se di fatto finora in molti Paesi si è riusciti a gestire la spazzatura nell’ambito degli stessi programmi di vaccinazione, i limiti di capacità sono un problema strutturale atavico che prima o poi ci porterà il conto.
“Una pandemia inaspettata ha dimostrato che il mondo non dispone delle infrastrutture necessarie per far fronte a un aumento dei rifiuti”, spiega per esempio Adelino Mendes, il manager dell’azienda portoghese di rifiuti Ambimpombal.
E così, come la francese Suez, una delle più grandi società di gestione dei rifiuti al mondo, ha affermato che il volume di rifiuti medici che ha trattato nel suo impianto nei Paesi Bassi è triplicato lo scorso anno dal 2019. E Stericycle, che invece opera in Paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ha affermato di aver visto un aumento “senza precedenti”.
Tutte aziende al limite del collasso.
Quanto all’Italia, l’attuale normativa di riferimento D.P.R. 254/03 prevede la possibilità per le strutture ospedaliere di installare sterilizzatori in loco. Questo permetterebbe di trasformare immediatamente un rifiuto infetto e pericoloso, in un rifiuto assimilabile all’urbano. Ma per il resto?
Va da sé che non si parla solo di centri medici e ospedali: i rifiuti clinici da vaccini vengono generati anche e soprattutto in ambienti in cui sono stati allestiti i centri di vaccinazione, come stadi, uffici o interi padiglioni di Fiere. Mentre il modo in cui i rifiuti vengono smaltiti varia da Paese a Paese: in alcuni vengono raccolti, disinfettati e inviati a discariche sanitarie. Ma il Portogallo, per esempio, opta per l’incenerimento. Nei Paesi a basso reddito, tuttavia, dove la raccolta dei rifiuti è meno regolamentata, i rifiuti sanitari spesso finiscono in discariche all’aperto o in pozzi di combustione non regolamentati, mettendo a rischio la salute pubblica e l’ambiente.
“È una bomba a orologeria che avrà un impatto terribile sulla salute delle persone – ha detto Carlos Filho, capo della International Solid Waste Association (ISWA) con sede a Rotterdam, aggiungendo che solo in America Latina e nei Caraibi ci sono stati circa 11.500 depositi. Non possiamo accettare che i rifiuti delle vaccinazioni vengano inviati in luoghi inadatti“.
Le preoccupazioni sulla destinazione finale dei rifiuti dei vaccini sono emerse anche in Europa, dove Europol ha dichiarato lo scorso novembre di aver indagato su alcune aziende per la cattiva gestione dei rifiuti Covid-19.
Eppure c’è un modo… Secondo uno studio pubblicato il mese scorso sul Journal of Climate Change and Health, la vaccinazione potrebbe essere resa più “ecologica” utilizzando materiali per fiale e siringhe più facili da riciclare.
Ma, diciamocelo. quanto lontana è questa opportunità?
Fonte: Reuters
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