Non arrivano buone notizie alla conclusione della terza sessione del Comitato Negoziale Intergovernativo (INC3) per un Trattato globale sulla plastica. Greenpeace accusa i governi presenti di favorire gli interessi delle lobby petrolchimiche, a discapito della lotta contro la crisi climatica e l'inquinamento da plastica
Si è conclusa oggi a Nairobi, in Kenya, con un accordo su un punto di partenza per i negoziati della quarta sessione (INC-4), la terza sessione del Comitato Negoziale Intergovernativo (INC3) per un Trattato globale sulla plastica, uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino.
Ma c’è una certa amarezza da parte degli ambientalisti. Greenpeace accusa infatti i governi presenti di aver permesso alle aziende petrolchimiche di sabotare gli sforzi per affrontare la crisi climatica e l’inquinamento da plastica.
Il capo delegazione di Greenpeace, Graham Forbes, ha dichiarato con fermezza che nonostante la plastica stia danneggiando direttamente tutti gli 8,1 miliardi di abitanti del pianeta, i leader mondiali sembrano ancora privilegiare gli interessi delle lobby del petrolio anziché affrontare la realtà delle sfide ambientali ormai sempre più urgenti.
Forbes insiste sulla necessità di ridurre la produzione di plastica del 75% entro il 2040 per proteggere clima, biodiversità e salute. Tuttavia, i governi sembra stiano prendendo tempo, permettendo così a chi ha interessi legati ai combustibili fossili di guidare i negoziati verso un trattato che, a suo dire, peggiorerà la situazione.
Se vogliamo proteggere il nostro clima, la nostra biodiversità e la nostra salute, dobbiamo ridurre la produzione di plastica almeno del 75% entro il 2040: questo è indiscutibile, ma oltre la metà del tempo a disposizione per i negoziati è già trascorsa e stiamo procedendo verso il fallimento. I governi stanno permettendo agli interessi legati ai combustibili fossili di guidare i negoziati verso un trattato che, senza alcun dubbio, aggraverà la crisi climatica e accelererà un cambiamento climatico incontrollato.
E ha poi continuato:
Dobbiamo trovare una soluzione senza consentire ai produttori di petrolio e gas di dettare i termini della nostra sopravvivenza. Abbiamo un anno per invertire questa tendenza e assicurarci di celebrare il nostro successo collettivo, anziché condannarci a un futuro oscuro e pericoloso. Questo fallimento deve essere un campanello d’allarme per i governi che rappresentano miliardi di persone colpite dall’inquinamento da plastica in tutto il mondo. Quando i negoziati riprenderanno in Canada ad aprile 2024, i nostri leader dovranno essere pronti a dimostrare un livello di coraggio e leadership che non abbiamo ancora visto.
Nel comunicato stampa diramato alla fine dei negoziati, però, il neoeletto presidente dell’INC, Luis Vayas Valdivieso dell’Ecuador, si è mostrato più fiducioso per il futuro:
Sono incoraggiato dal progresso dei negoziati verso un trattato che ponga fine all’inquinamento causato dalla plastica. Ringrazio il presidente, l’ambasciatore Meza-Cuadra, e i membri dell’INC per la loro determinazione nel raggiungere il traguardo e metterci sulla buona strada per un mondo in cui l’inquinamento da plastica è un problema del passato. Continuare a essere ambiziosi, innovativi, inclusivi e audaci. E utilizzare questi negoziati per affinare uno strumento efficace ed efficace che possiamo utilizzare per ritagliarci un futuro migliore, libero dall’inquinamento causato dalla plastica.
Per il momento si tratta solo di parole e promesse, mentre abbiamo davvero bisogno di iniziare a vedere dei fatti concreti!
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Fonte: Greenpeace
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