Diossina più che raddoppiata in due stazioni di monitoraggio e un'emergenza rifiuti che incombe alla vigilia delle feste natalizie. Roma rischia la paralisi ma intanto l'Arpa fornisce i primi dati sulla qualità dell'aria a seguito dell'incendio che l' 11 dicembre ha coinvolto il Tmb salario
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Diossina più che raddoppiata in due stazioni di monitoraggio e un’emergenza rifiuti che incombe alla vigilia delle feste natalizie. Roma rischia la paralisi, ma intanto l’Arpa fornisce i primi dati sulla qualità dell’aria a seguito dell’incendio che l’ 11 dicembre ha coinvolto il Tmb salario.
Negli ultimi giorni l’Agenzia regionale ha monitorato la concentrazione di inquinanti dall’aria. Le notizie non sono buone, ma c’era da aspettarselo.
PM10 più che raddoppiato
I valori di PM10 delle tre stazioni di monitoraggio più vicine all’impianto misurati lunedì e martedì parlano chiaro. Sia la sera dell’incendio sia la notte di martedì,
“si rileva un aumento delle concentrazioni pur non registrando superamenti dei limiti. I valori del particolato (PM10) misurati nelle centraline del comune di Roma l’11 dicembre evidenziano un generale incremento delle concentrazioni rispetto ai giorni precedenti e, nelle stazioni di Villa Ada (56 μgr/mc) e di Tiburtina (54 μgr/mc), due superamenti del limite giornaliero pari a 50 μgr/mc” si legge nell’aggiornamento dell’Arpa.
Prima dell’incidente, i valori erano decisamente più bassi come mostra la tabella che segue:
Per l’Arpa Lazio non ci sono dubbi. Soprattutto nel caso di Villa Ada, il valore di PM10 misurato risente del contributo delle emissioni generate dall’incendio del TMB.
Diossina
Per quanto riguarda le diossine, spiega l’Arpa che non esiste un riferimento normativo. Se si prendono in considerazione le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità
“concentrazioni di tossicità equivalente in ambiente urbano di diossine e furani sono stimati pari a circa 100 fg/m3 anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni in aria di 300 fg/m3 o superiore sono indicazioni di fonti di emissione localizzate”.
Alla luce di questo, i valori di diossina e furani misurati a Roma risultano superiori al valore guida definito dal WHO.
L’ipotesi del dolo
La velocità di propagazione del rogo, così come la sua potenza distruttrice, sono anomale e sospette. È quanto emerge dal report dei vigili del fuoco. Inoltre nella vasca da cui si è propagato l’incendio si sarebbero trovati dei rifiuti illeciti, come scarti ospedalieri, che avrebbero accelerato le fiamme. E proprio qui le telecamere risultano spente (forse manomesse?). Anche per questo, nel fascicolo dell procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dei pm Carlo Villani e Luigia Spinelli, si ipotizza il disastro colposo. Si valuta l’ipotesi dell’atto doloso con conseguente disastro ambientale, considerati anche i dati diffusi dall’Arpa Lazio.
IPA
Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili, il valore di benzo(a)pirene misurato è superiore al limite annuale previsto dal d.lgs n.155/2010.
#Roma #12dic 8:00, è proseguito per tutta la notte il lavoro dei #vigilidelfuoco per l’#incendio della discarica sulla Salaria: in corso le lunghe operazioni di spegnimento dei focolai residui #soccorsiquotidiani pic.twitter.com/G29f1YpHI7
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 12 dicembre 2018
Che ne sarà dei rifiuti?
In un primo momento, l’assessora alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari aveva fatto sapere che i gestori degli impianti di Viterbo, Aprilia, Frosinone e Rocca Cencia si erano fatti avanti “per venire in aiuto della Capitale” . Tali operatori regionali si erano resi disponibili, per un mese, ad accogliere i rifiuti di Roma.
La sindaca Virginia Raggi ha confermato che il Tmb Salario non riaprirà più.
“L’incendio di ieri lo ha reso inutilizzabile e non è economicamente vantaggioso ristrutturarlo. Avevamo già in programma di chiuderlo entro il 2020. Al suo posto vorremmo realizzare un impianto di riciclo creativo, un luogo dove le persone possono portare oggetti che non usano e che avranno vita nuova. Potrà essere anche un luogo di aggregazione, in Francia li chiamano repair cafè. Vogliamo risolvere il problema strutturalmente, è per questo che stiamo lavorando insieme a tutte le istituzioni per scongiurare un’emergenza rifiuti nel periodo di Natale”.
Sono al vaglio una serie di soluzioni a breve e medio termine ma, precisa la Raggi, la chiusura dell’impianto avrà un costo.
“Se lo avessimo chiuso entro il 2020 questo costo non ci sarebbe stato in quanto le tonnellate di rifiuti indifferenziati presenti nell’impianto sarebbero state gradualmente diminuite grazie all’introduzione della raccolta differenziata. Cercheremo di ridurre al minimo un aumento della tariffa dei rifiuti, la Tari. Ho già sensibilizzato la Prefettura e il ministero dell’Ambiente per evitare speculazioni”.
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Francesca Mancuso
Foto: VVF