Compost irregolare e pericoloso interrato nei campi. Un grosso traffico di rifiuti è stato scoperto tra Latina e Roma. Una pratica molto pericolosa per ambiente e gli abitanti.
L’operazione condotta da Polizia e Carabinieri ha portato al sequestro di tre aziende che operavano nella gestione di rifiuti, due in provincia di Latina e una in provincia di Roma, di una discarica di una società di Roma, quattro appezzamenti di terreno (nei comuni di Pontinia e Roma) e 10 mezzi tra autocarri, trattori, semirimorchi, escavatori.
L’operazione è stata chiamata “smokin’ fields” proprio perché dai terreni sui quali veniva gettato il compost proveniva del fumo nauseabondo
“segno evidente di una mancata maturazione del materiale, che invece continuava a fermentare in corso d’opera, contravvenendo in tal modo ai più elementari principi di rispetto dell’ambiente, a cui si sarebbero dovuti attenere i responsabili degli impianti sequestrati” si legge nel comunicato della Polizia.
Un’indagine partita nel 2014, a causa di una serie di esposti presentati da parte di numerosi comitati presenti nel comune di Pontinia (LT), che lamentavano provenienti soprattutto da un’azienda produttrice di compost.
Non a torto visto che gli accertamenti effettuati negli anni da Polizia e Carabinieri hanno riscontrato il superamento di diversi parametri previsti dalla normativa di settore, riguardanti il corretto utilizzo di fertilizzanti e prodotti affini. Ma non solo. Le riprese video effettuate dagli elicotteri del Reparto Volo della Polizia di Stato, insieme alle intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato alla lunce la gestione illecita di rifiuti.
Secondo quanto reso noto dalla Polizia, infatti, la società di Pontinia, autorizzata al recupero di rifiuti mediante produzione di “compost di qualità”, produceva rifiuti che venivano sparsi in terreni non solo nei pressi dell’azienda ma anche in altri terreni in provincia di Roma.
Le altre società sequestrate sono le aziende che svolgono rispettivamente la gestione di alcune fasi della lavorazione del materiale in ingresso proveniente dalla raccolta differenziata dei comuni e la ditta che gestisce i trasporti, dunque i mezzi che effettuano i movimenti dall’impianto di Pontinia alla discarica romana.
In tutto sono 23 le persone indagate, accusate di concorso in traffico illecito di rifiuti. Per alcuni contetstao anche il reato di falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, e infine l’intralcio all’attività di vigilanza e controllo ambientale.
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Francesca Mancuso