Tassa dei rifiuti. Le tariffe fuori controllo legate alla tassa dei rifiuti pongono i cittadini di fronte ad onerosi incrementi della stessa, non accompagnati da un miglioramento dei servizi di ritiro e gestione dei rifiuti. E’ paradossale come le città maggiormente afflitte dall’emergenza rifiuti corrispondano ai luoghi d’Italia in cui le tariffe risultano più elevate.
Le tariffe fuori controllo legate alla tassa dei rifiuti pongono i cittadini di fronte ad onerosi incrementi della stessa, non accompagnati da un miglioramento dei servizi di ritiro e gestione dei rifiuti. È paradossale come le città maggiormente afflitte dall’emergenza rifiuti corrispondano ai luoghi d’Italia in cui le tariffe risultano più elevate.
È quanto emerso grazie ad un’indagine condotta da parte della Onlus Cittadinanza Attiva, che si è occupata di stilare un dossier e delle classifiche riguardanti la distribuzione degli oneri legati alla tassa dei rifiuti in Italia. Nel nostro Paese, con il trascorrere degli anni, i servizi per la gestione dei rifiuti non vengono implementati, eppure le relative tasse risultano in continuo aumento.
La spesa media per le famiglie italiane nell’anno 2012 è stata calcolata per una cifra di 253 euro, con un aumento che ha toccato il 17% rispetto al 2007. Le famiglie italiane si trovano dunque a dover sopportare un aumento dei costi sempre maggiore, a cui non corrisponde un miglioramento dei servizi. L’Italia si trova inoltre in ritardo rispetto all’Europa dal punto di vista della gestione del ciclo dei rifiuti.
Può apparire assurdo, ma nel nostro Paese soltanto il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato ogni anno, rispetto alla media europea del 40%, che comunque non risulta particolarmente elevata. In Italia il 50% dei rifiuti prodotti finisce in discarica, rispetto al 38% registrato per l’Europa. Si tratta della conseguenza diretta di una scarsa adesione da parte dell’Italia alle normative legate alla raccolta dei rifiuti, alla discarica e alla differenziata.
Se da una parte i cittadini dovrebbero cercare di ridurre la quantità dei rifiuti prodotti quotidianamente tramite scelte consapevoli (di acquisto o di “non acquisto”), dall’altra parte le aziende, in ogni ambito, dovrebbero impegnarsi nella riduzione del packaging dei prodotti e nella sostituzione di materiali non riciclabili utilizzati per le confezioni con materiali riciclabili ed a basso impatto ambientale. Nel contempo, è necessario che in Italia vengano garantite una corretta raccolta ed un corretto smaltimento dei rifiuti, a fronte delle ingenti tasse sostenute dai cittadini.
Per il 2012, in vetta alla classifica dei capoluoghi italiani in cui la tassa dei rifiuti risulta più elevata troviamo Napoli, con 529 euro, città che negli ultimi anni è risultata purtroppo essere il simbolo di una gestione dei rifiuti pericolosamente carente. Napoli è immediatamente seguita da Salerno, Siracusa, Catania e Caserta. Al sesto posto si posiziona Roma, anch’essa al centro dell’emergenza rifiuti italiana, con una tassa dei rifiuti pari a 378 euro. Essa risulta elevata anche a Venezia, dove la tassa è pari a 346 euro. Le spese più contenute per la tassa dei rifiuti, di poco superiori ai 100 euro, sono state registrate a Isernia, Matera, Brescia, Udine e Pordenone.
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Le insidie legate alla tassa sui rifiuti (TIA) non si concludono qui. Alcuni cittadini nel corso degli ultimi tre anni potrebbero aver pagato un‘IVA non dovuta sulla tassa dei rifiuti, in quanto essa è stata abolita dalla Corte di Cassazione tre anni orsono. Molti Comuni però continuerebbero a richiederne il pagamento. Altroconsumo mette dunque a disposizione dei cittadini il numero verde 800 18 99 72 per scoprire se il proprio Comune si trova tra di essi e se si è tra gli aventi diritto ad un rimborso dell’IVA.
Guarda tutta l’infografica completa dell’inchiesta di Cittadinanzattiva