E' entrata in vigore ieri la nuova legge 166/2016, approvata ad agosto scorso, per la limitazione degli sprechi alimentari e farmaceutici, che mira a favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, di prodotti farmaceutici e di vestiario usato.
Sprechi alimentari: entra in vigore la legge. È infatti vigente da ieri la nuova legge 166/2016, approvata ad agosto scorso, per la limitazione degli sprechi alimentari e farmaceutici, che mira a favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, di prodotti farmaceutici e di vestiario usato.
In pratica, la nuova normativa regolamenta la cessione gratuita e la distribuzione delle eccedenze (alimentari, farmaceutici, vestiario) a fini caritativi. Per le aziende operanti nel settore alimentare, per le farmacie e per i negozi di abbigliamento sarà più semplice donare le eccedenze a bisognosi e ad organizzazioni non profit e ricevere benefici a livello fiscale (per esempio, sconti sulla tassa rifiuti in misura proporzionale al cibo o al materiale che si è donato).
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12,5 miliardi di euro: tanto costano gli sprechi alimentari alle casse dello Stato. Di questi, secondo dati Coldirettihttp://www.coldiretti.it/news/Pagine/617—14-Settembre-2016.aspx , sono persi per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l’8% nell’agricoltura e per il 2% nella trasformazione.
La nuova legge ha così l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari di un milione di tonnellate all’anno in una situazione in cui in media ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari in 12 mesi.
E non solo: la legge mira anche a far crescere la consapevolezza da parte dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, semplifica le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura svolge un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti.
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Lo scopo, insomma, è solo uno: ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, tanto che nella legge è descritto il meccanismo della “cessione a titolo gratuito” delle eccedenze alimentari in favore di enti pubblici e privati che perseguono, senza lucrare, finalità civiche e di solidarietà. Questi sono a loro volta obbligati a destinare gratuitamente le eccedenze ricevute, in via prioritaria, a soggetti indigenti o, in caso di inidoneità all’uso umano, all’alimentazione degli animali o al compostaggio.
COSA POTRA’ ESSERE DONATO
1. prodotti alimentari, agricoli e agroalimentari invenduti o che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche o per prossimità della data di scadenza;
2. prodotti alimentari che abbiano superato il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione.
I prodotti che non rispettino questo tipo di imposizioni possono essere usati come mangime per animali o compostati. È possibile donare anche le eccedenze derivate da attività agricole o di allevamento, mentre anche le mense (scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità) potranno fare la propria parte, dal momento che ci sono specifiche linee guida. È inoltre istituito un fondo, con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi, anche relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel campo della “shelf life” (la vita del prodotto sullo scaffale) dei prodotti alimentari.
Insomma, la lotta contro lo spreco alimentare fa un gran bel passo avanti, non credete? E voi, al ristorante, non dimenticate di richiedere una doggy bag (o family bag) per portare a casa ciò che non siete riusciti a mangiare o a bere. In più, al momento della spesa fate una lista di quello che realmente vi serve e scegliete alimenti di stagione, leggete le etichette e le date di scadenza. Per conservarli, posizionateli nella maniera corretta nel frigo e congelate – se possibile – prima che un alimento si guasti.
Germana Carillo