Il Senegal dice addio ai sacchetti di plastica usa e getta

Il Senegal dice addio ai sacchetti di plastica usa e getta. Dal 4 gennaio è entrata in vigore la legge che ne vieta la produzione, l’importazione, la vendita e la distribuzione in tutto il paese.

Il Senegal dice addio ai sacchetti di plastica usa e getta. Dal 4 gennaio è entrata in vigore la legge che ne vieta la produzione, l’importazione, la vendita e la distribuzione in tutto il paese.

La normativa, dopo due tentativi falliti, era stata approvata lo scorso aprile dal Parlamento senegalese per proteggere l’ambiente e la fauna selvatica.

Negli ultimi anni la questione plastica era diventata senpre più spinosa.

Sono circa cinque milioni i sacchetti di plastica che ogni giorno circolano in Senegal. Sacchetti che spesso vengono gettati e abbandonati in natura, inquinando il suolo, aumentando la mortalità degli animali che li ingeriscono e minando la salute dell’uomo, aveva commentato Abdoulaye Balde, ministro dell’Ambiente al momento della discussione in aula della legge.

Prima di questa norma, altri due tentativi erano stati fatti nel 2002 e nel 2006 quando, sempre dal Ministero dell’Ambiente, era stato lanciato l’allarme di una vera e propria invasione del paesaggio.

Adesso gli unici sacchetti permessi saranno quelli più resistenti e con una grammatura elevata, in modo tale che essi possano essere riutilizzati. Chi non rispetterà la legge sarà multato fino a 20 milioni di franchi CFA,circa 30 mila euro e condannato a sei mesi di carcere.

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Questa inversione di tendenza sarà decisiva per il riuso e riciclo dei sacchetti e per salvaguardare il territorio africano.

Ricordiamo che l’Italia nel 2011 aveva fatto da apripista nel mettere al bando la plastica preferendo le buste biodegradabili e le sporte in tela o iuta. E nei primi tre anni dopo l’entrata in vigore della legge, il nostro Paese aveva dimezzato il consumo di sacchetti. Un esempio seguito anche da altri paesi europei, tra cui anche la Francia.

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Tra i primi paesi asiatici a vietare l’uso della plastica c’era stato, invece, il Bangladesh. Tra gli altri paesi ci sono Mali, Mauritania, Togo, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Guinea Bissau, Niger ma anche Gabon, Rwuanda, Cina, Taiwan, Stati Uniti.

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Sarebbe impossibile citare tutti gli Stati, l’elenco è lunghissimo, a dimostrazione che finalmente in tutto il mondo è in atto una vera e propria rivoluzione culturale.

Dominella Trunfio

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