Le salviette umidificate non sono biodegradabili e contengono plastica: in UK si mira ad eliminarle del tutto.
L’UK vuole mettere al bando le salviettine umidificate in quanto non biodegradabili e minacciose per l’ecosistema marino
Salviette umidificate. Contengono plastica non biodegradabile e minacciano l’ambiente e la fauna marina, per questo devono essere eliminate. È la nuova proposta che arriva dal governo britannico per tagliare drasticamente i rifiuti di plastica nei prossimi decenni. O i produttori troveranno il modo di rendere le salviettine biodegradabili o i consumatori dovranno farne a meno.
Il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (Defra) inglese ha infatti dichiarato che mirerà a sradicare nei prossimi 25 anni i rifiuti da articoli in plastica usa e getta tra cui anche “prodotti monouso come salviettine umidificate”, accusate, tra l’altro, di causare otturazioni di scarichi e fogne britanniche. A tale scopo, si utilizzeranno anche modifiche fiscali o tariffarie per ridurre la quantità di plastica monouso promettendo di eliminare entro il 2042 tutti i “rifiuti di plastica evitabili”.
Colpevoli (anche) di provocare allergie alimentari, le salviette umidificate, quindi, saranno finalmente eliminate al pari di cannucce di plastica, cotton fioc e bastoncini per mescolare i drink
Una conquista che passo dopo passo e Paese dopo Paese andrà contro il cosiddetto marine litter e vede impegnata anche l’Italia: qui da noi, infatti, dal 2019 i cotton fioc non biodegradabili saranno messi al bando mentre dal 2020 stessa sorte toccherà alle microplastiche contenute in alcuni cosmetici.
Il caso delle salviette in Gran Bretagna
In UK le “wipes” sono stra-usate e sarebbero la causa del 93% delle otturazioni delle fognature del Regno Unito, arrivando a costituire la parte principale di quei “tappi” noti come fatberg (Fonte).
Per questo motivo, governo e industria idrica hanno lanciato campagne informative per convincere i consumatori a non gettare le salviette nei water, da dove finiscono nel sistema delle acque reflue.
Un portavoce del Department for environment, food and rural affairs (Defra) ha dichiarato:
Stiamo continuando a collaborare con produttori e rivenditori di salviettine umidificate per assicurarci che l’etichettatura sugli imballaggi sia chiara e che le persone sappiano come smaltirli correttamente e stiamo incoraggiando l’innovazione in modo che un numero sempre maggiore di questi prodotti possa essere riciclato.
Secondo le stime inglesi, le salviettine umidificate, soprattutto quelle per neonati, ma anche quelle usate per rimuovere il trucco e ripulire le superfici, costituiscono la stragrande maggioranza dei rifiuti. Grassi e oli rappresentano solo lo 0,5% e un altro 7% era costituito da una serie di altri materiali, tra cui prodotti per l’igiene femminile, tamponi di cotone e involucri di plastica. La carta igienica forma solo lo 0,01% del materiale che ostruiva i tubi e le fogne britanniche.
Ma perché si usano e si gettano in maniera sbagliata tante salviettine?
La risposta sta in una sola parola: “flushable”, ossia “lavabili”. Greenpeace UK e Marine Conservation Society (Mcs) denunciano proprio questo: che le salviettine umidificate che vengono spesso commercializzate come “flushable” in realtà non sono lavabili né riutilizzabili.
Non è un caso che nel rapporto Great British Beach Clean 2017 della Mcs si sia registrato “un aumento del 94% delle salviettine umidificate sulle spiagge del Regno Unito” (in media 30 salviettine umidificate ogni 100 metri di spiaggia).
Sono in cima alla classifica dei prodotti per l’igiene personale, “ma cosa fai una volta che le hai usate?”, si chiedono gli inglesi. Ebbene le salviettine umidificate, non sono “flushable”, anche quando lo dice la confezione, ma fatte di poliestere e altri materiali non biodegradabili, per cui rappresentano una grave minaccia per la fauna selvatica che continua a mangiarli.
La Mcs ha raccolto oltre 10mila firme per presentare una petizione all’Edana, la confederazione che riunisce i produttori di salviette umidificate, chiedendo che i suoi membri tolgano la plastica dai loro prodotti flushable e che le salviette risciacquabili rispettino gli standard dell’industria idrica del Regno Unito.
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