Mentre a Napoli il problema dei rifiuti è ben lontano da una soluzione definitiva, in 19 comuni della zona ai piedi del Vesuvio la raccolta differenziata ha superato il 50%
Napoli e spazzatura, un binomio ormai indissociabile purtroppo. Ma se il capoluogo partenopeo non riesce a rialzare la testa, sono 19 i comuni limitrofi, della cosiddetta “zona rossa” che stanno cercando di riemergere dal pantano del problema dei rifiuti salendo sulla scialuppa fornita dalla raccolta differenziata.
Lontani dai riflettori e dal caos mediatico, i sindaci di 19 municipi dell’area vesuviana, che amministrano ben 551.512 abitanti, hanno capito che la strada per sconfiggere il problema dei rifiuti passa per la differenziata. Da San Giorgio a Cremano dove si è giunti al 50% di differenziata porta a porta, facendo magicamente sparire i cassonetti dalle strade principali fino a Portici dove si è giunti al 65,3% del porta a porta totale, e poi San Sebastiano col 65,64% e la riduzione della Tarsu e infine Ottaviano (51,20%).
Impossibile, qualche anno fa, immaginare di giungere a risultati talmente positivi. E il risveglio delle coscienze dei 19 comuni avvenne lo scorso luglio, quando i sindaci vesuviani firmarono un accordo di programma impegnandosi a raggiungere la completa autosufficienza non solo nella raccolta ma soprattutto nello smaltimento e nel trattamento dei rifiuti, garantendosi la reciproca solidarietà. Uno per tutti, tutti per uno. Una bella stretta di mano tra fazioni rivali, tra sindaci del Pd e del Pdl.
Ripuliamo l’area vesuviana, si sono detti. Cerchiamo di tirarci fuori dal questa crisi che imperversa sulla nostra terra dal 2008. E fino ad oggi è stato un successo. Perché Torre del Greco si è incaricata dei rifiuti indifferenziati, Massa di Somma e Somma Vesuviana degli impianti per l’organico. Ottaviano adoterà gli elettrodomestici usati e Cercola il vetro, San Giuseppe Vesuviano mette a disposizione una grande area di 8mila metri quadrati, Ercolano si specializzerà nello smaltimento degli inerti e dei laterizi edili, Striano nei multimateriali, San Sebastiano e Portici allestiranno un grande centro di riuso, piazza di scambio in cui i cittadini potranno mettere a disposizione ciò che non utilizzano più.
Ma c’è un’incognita. Dal 1° gennaio 2012, le competenze per la raccolta dovrebbero finire nelle mani della Provincia di Napoli. A ciò va aggiunto che tra sei mesi la discarica di Terzigno sarà satura. Che succederà allora?
Francesca Mancuso