Rifiuti Napoli: l’Ue prepara la messa in mora dell’Italia e possibile multa

È pronta la lettera di messa in mora all'Italia per la situazione dei rifiuti a Napoli. La Commissione Ue deciderà giovedì prossimo e, salvo cambiamenti dell'ultima ora, l'Italia avrà due mesi di tempo per reagire. Il passo successivo è la Corte di giustizia e le sanzioni.

La Commissione Europea, dopo gli appelli e le messe in guardia, ha deciso di passare dalle minacce ai fatti sulla questione dei rifiuti a Napoli e ha annunciato di aver pronto un avviso di messa in mora per l’Italia, su cui si pronuncerà giovedì 29 settembre il collegio dei commissari europei e che rappresenta l’avvio di una nuova procedura d’infrazione di una norma europea del Trattato Ue. L’Italia, salvo cambiamenti dell’ultima ora, avrà due mesi di tempo per reagire. Il passo successivo è la Corte di giustizia e le sanzioni.

Il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik, dopo l’ennesimo appello per “cambiamenti reali” lanciato durante la missione in Campania dello scorso giugno, è pronto ad abbandonare le ultime esitazioni: se entro due mesi dalla lettera l’Italia non riuscirà ad adeguarsi e a fornire una risposta o giustificazioni esaurienti, verrà messa sotto accusa dalla Corte di giustizia dell’Ue e multata con una sanzione determinata dalla gravità dell’infrazione, dalla durata e dalla necessità di evitare recidive.

Si tratta della seconda procedura di infrazione aperta contro l’Italia, dopo quella del 2007. Già a marzo del 2010 la Corte di Giustizia condannò l’Italia per aver violato la normativa Ue, non essendo riuscita a creare una rete di impianti adeguati a garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani senza mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente.

Non mi stupiscono le notizie da Bruxelles: il piano presentato dalla Regione Campania prevede un eccesso di inceneritori, in contrasto con le direttive Ue”, ha dichiarato il vice sindaco di Napoli con delega ai rifiuti, Tommaso Sodano. “Da mesi, stiamo chiedendo di essere stralciati da questo piano, per avere la possibilità di accedere direttamente ai fondi comunitari e realizzare autonomamente l’impiantistica necessaria al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata” ha spiegato Sodano.

Per Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, che ha commentato il richiamo Ue e la lettera di messa in mora all’Italia per l’emergenza rifiuti in una nota, non c’è nulla da inventare, basta fare bene e presto seguendo quello che da anni l’Europa ci chiede: investendo, aumentano e potenziando la raccolta differenziata, attuando politiche di riduzione dei rifiuti senza lasciarsi distrarre da vecchie nuovi sempre più fantasiosi supporti tecnologici”. Perché in Campania il virtuosismo che caratterizza alcuni comuni, che effettuano la raccolta differenziata con grande successo, non dovrebbe restare un eccezione, ma la regola: questa regione merita di riacquistare la propria credibilità.

Per non incorrere in pesanti sanzioni comunitarie – aggiunge Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – servono interventi strutturali per completare l’impiantistica per il trattamento dell’organico e per lo smaltimento dei rifiuti e per estendere la raccolta porta a porta in tutte le città medio grandi”.

Se l’Italia, Paese avvezzo a premiare i furbi a discapito degli onesti, elargisce condoni a destra e a manca, l’Europa, in questo caso, di “condoni” non ne farà e le somme richieste andranno versate fino all’ultimo centesimo. Allora perché ritrovarsi a “sperperare” denaro pubblico per pagare una multa che poteva essere evitata, invece di investire quelle risorse per il superamento dell’emergenza campana? Domande che restano senza risposta, mentre non ci resta che attendere il verdetto della Commissione di Giovedì.

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