Oltre 45mila tonnellate di scarti di cartiere che finivano nei campi invece di essere smaltiti lecitamente. La Dda di Firenze ha smantellato un circolo vizioso che vede nel registro degli indagati 59 persone e 20 aziende.
Materiali altamente tossici sversati direttamente nei campi come fertilizzante. Una macchina criminale ben organizzata quella gestita da due note cartiere di Lucca.
Oltre 45mila tonnellate di scarti di cartiere che finivano nei campi invece di essere smaltiti lecitamente. La Dda di Firenze ha smantellato un circolo vizioso che vede nel registro degli indagati 59 persone e 20 aziende. Le zone interessate sono quelle di Peccioli (Pisa), Palaia (Pisa) e Montaione (Firenze), con guadagni illeciti per circa 2 milioni di euro
Come riporta Il Tirreno:
‘i rifiuti venivano smaltiti attraverso una ripulitura fittizia che avveniva con l’incenerimento di scarti di lavorazione provenienti dal ciclo produttivo della carta, il “pulper”’.
Secondo le indagini, il traffico organizzato del “pulper” prodotto dalla Lucart spa di Lucca e dall’industria cartaria Pieretti di Capannori, veniva gestito dalla 3F Ecologia di Pistoia. In pratica tutto il pulper non conforme veniva utilizzato sia come combustibile per il recupero di energia nei termovalorizzatori, che come copertura nella discarica Rea di Livorno. A trasportarlo era la Veca Sud.
Adesso nel registro degli indagati ci sono tutti i vertici della Lucart dell’epoca: il presidente Massimo Pasquini e i componenti del cda Massimo Innocenti, Sandro Pasquini, Alessandro Pasquini, Guido Carissimo oltre a Maurizio Giordano, direttore dello stabilimento di Porcari della Lucart spa con deleghe in tema di tutela dell’ambiente e smaltimento dei rifiuti e Pierluigi Della Monica, suo successore dall’aprile del 2016.
Indagato anche Guido Pasquini, direttore commerciale della Lucart spa. Stessa sorte per i vertici della cartiera Pieretti, tra ci gli amministratori delegati Tiziano Giuseppe Pieretti e Carmelina Pieretti. Rischiano il processo anche i componenti della famiglia Fornaciari, titolari della 3F ecologia di Pescia.
Ancora, secondo il quotidiano toscano:
‘un’altra impresa di Pescia avrebbe smaltito illecitamente 36mila tonnellate di rifiuti, attraverso una “ripulitura” fittizia e l’incenerimento di scarti di lavorazione provenienti dal ciclo produttivo della carta. Al centro dell’inchiesta anche fanghi carichi di sostanze pericolose, come gli idrocarburi, che venivano spacciati per fertilizzanti e riversati nei terreni agricoli, per lo più campi di grano’.
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Le indagini
Le indagini erano iniziate due anni fa grazie al coordinamento del pm Giulio Monferini e condotte dai miliari del Gico di Firenze. Le operazioni hanno, dunque, portato alla luce una ramificata organizzazione criminale dove appunto scarti industriali altamente tossici venivano smaltiti senza essere trattati e dispersi nell’ambiente anche tramite l’incenerimento, e fanghi nocivi riversati in terreni di aziende agricole poi adibiti a coltivazioni di grano.
Dominella Trunfio