La giunta regionale dell'Emilia Romagna approva un nuovo progetto di legge che prevede, tra le altre cose, una "tariffazione puntuale" che non calcolerà la tassa in base alla metratura dell'appartamento ma sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti
Rifiuti urbani: è rivoluzione in Emilia Romagna la cui giunta regionale ha deciso di introdurre entro il 2020 una bolletta che si pagherà “a peso”. È prevista, infatti, una “tariffazione puntuale” che non calcolerà la tassa in base alla metratura dell’appartamento ma sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti. In pratica, chi più inquina e meno differenzia, paga. Come è giusto che sia.
In più si mettono in campo anche nuovi incentivi rivolti ai Comuni che inviano meno rifiuti allo smaltimento. La Regione, insomma, è pronta ad entrare nel vivo della nuova gestione dei rifiuti approvando un progetto di legge che promuove il riciclaggio e la prevenzione e fissa determinati obiettivi.
Quali? Una raccolta differenziata al 73%, la riduzione del 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, il riciclaggio al 70%, il contenimento delle discariche e l’autosufficienza regionale.
Come funziona
Un quadro più che roseo che vedrà la sua realizzazione anche grazie a una “economia circolare“, in cui non vi siano prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate, e tramite la cosiddetta “tariffazione puntuale“, ovvero sistemi attraverso i quali si paga per quanto si conferisce. In pratica, si pagherà in relazione all’effettivo servizio erogato e non in base ai metri quadri o al numero dei componenti della famiglia
Ciò significa anche responsabilizzazione dei cittadini attraverso l’applicazione del principio “chi inquina paga”: ogni cittadino riceverà un certo numero di sacchetti “tracciabili”, con tanto di codice a barre che lo identificherà. Per smaltire i rifiuti, con il porta a porta o con i cassonetti, ci si potrà servire solo dei sacchetti ricevuti (anche perché i cassonetti saranno chiusi e riconosceranno l’utente). In base al numero dei sacchetti utilizzati, i Comuni calcoleranno la tassa da fare pagare.
Il progetto di legge, inoltre, prevede la costituzione presso l’Atersir di un fondo a sostegno delle gestioni meritorie, relativamente agli utenti dei comuni che abbiano raggiunto una determinata quantità pro capite di produzione di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, e a sostegno della trasformazione del servizio con modelli innovativi di raccolta tesi per incrementare i rifiuti da destinare a riciclaggio e per la realizzazione dei centri comunali per il riuso (la nuova legge destina un fondo di 7 milioni di euro solo per il primo anno per premiare i Comuni virtuosi).
La legge, infine, disincentiva l’uso della discarica e l’incenerimento senza recupero di energia. Sono quindi rivisti in aumento gli importi dell’ecotassa per lo smaltimento.
Raccolta differenziata, riciclaggio, produzione pro capite e autosufficienza in ambito regionale, insomma, le parole chiave per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito e più sano. E se il resto di Italia, soprattutto al sud, ne prendesse esempio?
Germana Carillo
Foto: Regione Emilia Romagna
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