Raccolta differenziata. Perché non ricicliamo tutto ciò che dovremmo? La raccolta differenziata dovrebbe ormai essere un’abitudine ben consolidata in ogni luogo in cui essa risulta possibile, sia nelle nostre abitazioni che fuori casa. Eppure a volte dimentichiamo di gettare nel corretto contenitore numerosi involucri e materiali che potrebbero essere riciclati. Un nuovo studio rivela il perché.
La raccolta differenziata dovrebbe ormai essere un’abitudine ben consolidata in ogni luogo in cui essa risulta possibile, sia nelle nostre abitazioni che fuori casa. Eppure a volte dimentichiamo di gettare nel corretto contenitore numerosi involucri e materiali che potrebbero essere riciclati. Un nuovo studio rivela il perché.
Immaginiamo di camminare lungo una strada di città e di incontrare lungo il percorso una lattina schiacciata o della carta appallottolata. Entrambe costituiscono oggetti e materiali riciclabili, che possono essere destinati alla raccolta differenziata. Eppure, nel caso in cui decidessimo di raccoglierli, forse li getteremmo nel primo cestino della spazzatura, senza pensare alle possibilità di riciclo.
Da una parte ciò potrebbe essere dovuto all’assenza, nelle immediate vicinanze, di un cestino per la raccolta differenziata della carta o dell’alluminio. Dall’altra parte, secondo gli esperti, le ragioni del nostro comportamento risultano più profonde. Anche all’interno delle nostre case, infatti, dove è possibile di norma effettuare la raccolta differenziata senza problemi abbiamo la tendenza a gettare nel bidone della spazzatura indifferenziata ciò che invece potrebbe essere riciclato. In particolare quegli imballaggi che non risultano intatti o in perfette condizioni.
A parere degli esperti, alla base del comportamento che alcuni di noi potrebbero mettere in pratica, vi è la sensazione che una lattina schiacciata, un pezzo di carta appallottolato o una bottiglia di plastica ammaccata non abbiano più alcun valore e non siano più riutilizzabili o riciclabili.
Alcuni di noi tenderebbero, perciò, a eseguire in maniera corretta la raccolta differenziata soltanto nel caso di imballaggi e confezioni che risultino ancora intatte o quasi. Si tratterebbe di una pura questione psicologica per cui un oggetto viene percepito come riciclabile se risulta il più vicino possibile alla sua forma originaria. Secondo Jennifer Argo, insegnate di marketing della University of Alberta School Of Business, non sono le dimensioni dell’oggetto a contare. Ad avere importanza è il suo aspetto.
La sfida, a parere degli esperti, consiste nel modificare la nostra percezione dell’effettiva utilità o inutilità di un prodotto. Anche le aziende che si occupano della produzione di imballaggi potrebbero giocare un ruolo importante, creando confezioni che possano mantenersi il più possibile intatte anche dopo l’apertura.
Marta Albè
Fonte foto: cafeyuppie.com