Rapporto Rifiuti Urbani 2013: cala la produzione, cresce la differenziata

Rifiuti in calo. E non è tutto merito nostro. A far scendere la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata, indovinate un po', la crisi economica, che ha fatto scendere di 1,1 milioni di tonnellate il 'peso' dei rifiuti. Nel 2012, ogni italiano ha prodotto 504 kg di rifiuti, 32 kg in meno rispetto al 2010

Rifiuti in calo. E non è tutto merito nostro. A far scendere la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata, indovinate un po’, la crisi economica, che ha fatto scendere di 1,1 milioni di tonnellate il ‘peso’ dei rifiuti. Nel 2012, ogni italiano ha prodotto 504 kg di rifiuti, 32 kg in meno rispetto al 2010.

Un trend che continua, se paragonato a quello degli ultimi due anni. Anche nel 2011 c’era stato un calo, pari al 3,4%, anche nel 2012, con una riduzione complessiva nel biennio 2010-2011 di 2,5 milioni di tonnellate (7,7%). E lo scorso anno, la produzione nazionale si è attestata al di sotto di 30 milioni di tonnellate, un valore analogo a quello rilevato negli anni 2002/2003.

Lo dice il nuovo Rapporto Rifiuti ISPRA 2013, presentato oggi a Roma alla presenza del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e dal Presidente dell’Istituto Bernardo de Bernardinis. Nel dossier sono stati inseriti anche i dati preliminari relativi al 2012.

Chi produce più rifiuti?

In testa, l’Emilia Romagna, con 637 kg di rifiuti pro capite, seguita da Toscana (con 614 kg per abitante), Valle d’Aosta (605 kg), Liguria (586 kg) e Lazio (582 kg). Capovolgendo la classifica, a produrre meno rifiuti sono Basilicata (al di sotto di 400 kg per abitante per anno), Molise, Calabria e Campania (tutte con meno di 450 kg per abitante).

I costi di gestione variano da nord a sud. In media un kg di rifiuto urbano ammonta a 29,2 centesimi, ma per ogni kg di rifiuti si spendono 27 centesimi di euro al Nord, 31 centesimi al Centro e 32 centesimi al Sud. La percentuale di copertura dei costi del servizio con i proventi dalla Tarsu e dalla tariffa sui rifiuti è passata dall’83,9% del 2001 al 94,1% del 2011, collocandosi ancora al di sotto della copertura totale dei costi prevista dalla normativa vigente in materia.

Raccolta differenziata

A livello nazionale, la raccolta differenziata è stata pari al 37,7% nel 2011 e al 39,9% nel 2012. È ancora il nord l’area italiana dove tale pratica è più diffusa, con una percentuale di raccolta complessiva che supera il 50%, mentre centro e sud raggiungono rispettivamente 32,9% al 26,7%. Analizzando regione per regione, spiccano, Veneto e Trentino Alto Adige che differenziano rispettivamente il 62,6% e il 62,3% dei rifiuti, mentre Sicilia e Calabria presentano tassi inferiori al 15%.

Al di sopra del 55% troviamo il Friuli Venezia Giulia (57,5%) mentre superiori al 50% risultano le percentuali di Piemonte (53,3%), Lombardia (51,5%) e Emilia Romagna (50,7%). Tra le regioni del Centro, le Marche raggiungono il 50,8% , mentre Umbria, Toscana e Lazio si collocano rispettivamente al 42%, al 40% e al 22,1%. Nel Mezzogiorno, la Sardegna si avvicina al 50% di raccolta differenziata (49,7%), la Campania supera il 40% (41,5%) e l’Abruzzo raggiunge una percentuale pari al 37,9%.

Rifiuti urbani smaltiti in discarica

I rifiuti urbani smaltiti in discarica nel 2012 sono 12 milioni di tonnellate (circa il 39% dei rifiuti urbani prodotti), 1,5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2011 (-11,7%). Il numero delle discariche per rifiuti non pericolosi che hanno smaltito RU, nel 2012, è pari a 186, 6 in meno rispetto al 2011, confermando la tendenza già evidenziata nell’ultimo quinquennio. Dal 2003 sono state chiuse 288 discariche, l’80% delle quali al Sud (229 unità), 43 al Nord e 16 al Centro.

E quelli esportati…

Oltre 311 mila tonnellate di rifiuti urbani sono state esportate nel 2011. Di essi, circa 310 mila sono rifiuti non pericolosi (il 99,7%). L’Austria è il Paese verso cui vengono destinate le maggiori quantità, oltre 71 mila tonnellate, il 23% del totale esportato, seguono la Cina con il 17,5% del totale, l’Ungheria con il 16,9% e la Germania con il 10,1%.

Il compostaggio

Cresce il compostaggio, grazie anche all’incremento della quantità di rifiuti organici raccolti in maniera differenziata. Il settore evidenzia, nel 2011, incrementi, non solo del quantitativo totale dei rifiuti trattati (+ 4,1% rispetto all’anno 2010), ma soprattutto della frazione organica da raccolta differenziata, pari a 3,5 milioni di tonnellate (+4,6%).

L’incenerimento

In Italia, nel 2012, erano operativi 45 impianti di incenerimento per rifiuti urbani, frazione secca (FS) e CSS. La maggior parte si trova al Nord (68%) ed in particolare, in Lombardia ed Emilia Romagna con 13 e 8 impianti. Nel Centro sono operativi 9 impianti, 5 in Toscana, 3 nel Lazio e uno nelle Marche. Gli altri 8 impianti sono suddivisi tra Campania (1), Puglia (2), Molise (1), Basilicata (1), Calabria (1) e Sardegna (2).

Nel 2012, i rifiuti complessivamente inceneriti sono circa 5,5 milioni di tonnellate, di cui quasi 2,6 milioni di rifiuti urbani indifferenziati, circa 1,9 milioni di tonnellate di frazione secca da trattamento meccanico biologico, 553 mila tonnellate di CSS. Sono, inoltre, trattati circa 431 mila tonnellate di altri rifiuti speciali di cui 23 mila tonnellate di rifiuti sanitari. Nel 2012 si registra una flessione, rispetto al 2011, del 3,8% dei quantitativi di rifiuti totali inceneriti.

Francesca Mancuso

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