I ricercatori dell’università di Cambridge hanno creato un nuovo materiale sostenibile che potrebbe rimpiazzare la plastica in molti campi
I ricercatori dell’università di Cambridge hanno creato un nuovo materiale sostenibile (derivato dalle piante) che potrebbe rimpiazzare la plastica monouso in molti campi.
Per molti anni i ricercatori hanno osservato il comportamento delle proteine: buona parte della ricerca si è concentrato su cosa accade quando le proteine si comportano in modo anomalo, provocando l’insorgenza di malattie come l’Alzheimer. Ora, invece, i ricercatori dell’Università di Cambridge hanno dedicato i loro sforzi alla risoluzione di un importante problema concernente la sostenibilità ambientale: l’inquinamento dovuto alla plastica.
Si tratta di un film polimero creato imitando le proprietà della tela del ragno, uno dei materiali più resistenti in natura. Questo nuovo materiale è resistente tanto quanto molti tipi di plastica in uso oggi e potrebbe presto rimpiazzare il materiale derivante dal petrolio in molti prodotti per l’uso domestico. Il nuovo materiale è stato creato utilizzando un nuovo approccio, per assemblare le proteine delle piante in un materiale che riproducesse la seta – a livello molecolare. Le proteine naturali, autoassemblandosi, hanno prodotto un film rigido di ‘simil-plastica’ che può essere prodotto anche su larga scala. A questo polimero naturale possono essere aggiunti anche dei coloranti (anch’essi naturali), e può essere reso anche impermeabile all’acqua.
(Leggi: Dal riciclo delle mascherine un nuovo materiale per strade e marciapiedi più resistente dell’asfalto)
La nuova ‘plastica’ naturale è completamente compostabile a casa – diversamente da altri tipi di bioplastica finora esistenti che necessitano comunque di macchinari per degradarsi. Sarà presto lanciata sul mercato da Xampla, una società connessa all’Università di Cambridge che sviluppa soluzioni alternative alla plastica per i prodotti monouso: l’azienda produrrà già dalla fine di quest’anno una linea di sacchetti monouso e di capsule che sostituiranno quelle utilizzate per la pulizia dei piatti e dei vestiti, finora realizzate in plastica.
Questa è stata la culminazione di uno studio durato più di dieci anni che ci ha permesso di capire come la natura (in questo caso, il ragno) genera materiali dalle proteine – spiegano gli autori della ricerca. – Non siamo partiti con l’intenzione di vincere la sfida della sostenibilità ambientale – siamo stati spinti dalla curiosità e dal creare nuovi materiali. Il punto di svolta è stato essere in grado di riconoscere il fenomeno delle proteine che si autoassemblano, in modo da creare nuovi e innovativi materiali.
E, infatti, si sa ancora molto poco su come le proteine delle piante si assemblino fra di loro, e i ricercatori si dicono entusiasmati all’idea di scoprire nuovi modi per sostituire progressivamente la plastica in tutti I settori della vita quotidiana.
Fonte: Nature Communications
Ti consigliamo anche:
- Plastica: recuperano con le loro reti 25 tonnellate di rifiuti marini per trasformarli in panchine e arredi urbani
- Bloccare la plastica nei fiumi con una barriera a bolle simili all’idromassaggio: la Bubble Barrier intrappola i rifiuti prima che finiscano in mare
- Questi 10 oggetti di plastica costituiscono da soli 3/4 dei rifiuti dei nostri oceani