Plastica, ovunque. In mare, dispersa per le nostre strade, sulle spiagge e perfino nella fossa delle Marianne, nelle profondità oceaniche. La nuova copertina di giugno del National Geographic lo racconta attraverso una dura immagine: un iceberg emerge dalle acque ma anche se le somiglianze potrebbero ingannare si tratta di una enorme busta di plastica
Plastica, ovunque. In mare, dispersa per le nostre strade, sulle spiagge e perfino nella fossa delle Marianne, nelle profondità oceaniche. La nuova copertina di giugno del National Geographic lo racconta attraverso una dura immagine: un iceberg emerge dalle acque ma anche se le somiglianze potrebbero ingannare si tratta di una enorme busta di plastica.
È solo la prima delle immagini shock della campagna portata avanti dal National Geographic, Planet or Plastic, che punta a sensibilizzare sull’impatto dell’inquinamento sulla terra e sui suoi abitanti.
“Per 130 anni, National Geographic ha documentato le storie del nostro pianeta, offrendo agli spettatori di tutto il mondo una finestra sulla straordinaria bellezza della terra e sulle minacce che affronta”, ha detto Gary E. Knell, CEO di National Geographic Partners. “Ogni giorno, i nostri esploratori, ricercatori e fotografi sul campo testimoniano in prima persona l’impatto devastante della plastica monouso sui nostri oceani e la situazione sta diventando sempre più grave”.
Attraverso Planet or Plastic, il National Geographic condividerà le storie di questa crescente crisi, sperando di aiutare ad affrontarla diffondendo una maggiore consapevolezza sull’importanza di eliminare la plastica monouso.
Lo sappiamo tutti. Il mondo è invaso dalla plastica ed è colpa nostra. Ma cosa accadrebbe se ci trovassimo di fronte alle orribili conseguenze della nostra dipendenza dalla plastica?
Questo è uno degli obiettivi della campagna, che punta a cambiare il modo in cui le persone usano la plastica. Scienziati e ricercatori della rivista sperano di colmare le lacune nella conoscenza degli impatti a lungo termine della plastica, che si dissolve in particelle microscopiche che arrivano poi nella nostra catena alimentare.
Un cambiamento di mentalità da parte di tutti costringerebbe le aziende a rivedere le loro politiche sul packaging.
#svestilafrutta, GreenMe ha dichiarato guerra agli imballaggi inutili
Attraverso la campagna social #svestilafrutta, anche greenMe sta combattendo contro l’ossessione di impacchettare gli alimenti e proteggere eccessivamente frutta e verdura, perfino quella bio. In questo modo, stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e la grande distribuzione a ridurre l’abuso degli imballaggi in plastica.
Per partecipare basta scattare una foto ogni volta che ci si trova davanti a un prodotto imballato in maniera assurda e senza senso (un mandarino, una banana, una zucchina etc..). Dopo aver scattato la foto, basta caricarla sui social Facebook, Twitter, Instagram usando l’hashtag #svestilafrutta, taggando @greenMe_it e inserendo anche il nome del supermercato dove si trova la confezione.
Le immagini che seguono, potenti e strazianti, raccontano i danni che 9 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica producono ogni anno sia all’ambiente e alla fauna.
Image credits: John Cancalosi/ National Geographic
Randy Olson / National Geographic
Justin Hofman/ National Geographic
Brian Lehmann/ National Geographic
Abdul Hamik/National Geopgraphic
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Francesca Mancuso