L'Ue dà il via libera alla plastic tax, la nuova imposta comunitaria che spera di ridurre l’inquinamento legato agli imballaggi in plastica
L’Ue dà il via libera alla plastic tax, la nuova imposta comunitaria che spera di ridurre l’inquinamento legato agli imballaggi in plastica. Se ne parlava da tempo ma ora è arrivata l’ufficialità. Il 14 dicembre scorso è stata approvata la decisione 2020/2053/Ue che dal 1° gennaio 2021 imporrà una tassa di 0,80 centesimi per ogni kg di plastica non riciclata.
Dal 1° gennaio, dunque, la tassa sulla plastica sarà calcolata sul peso degli imballaggi in plastica non riciclata “con una tariffa di chiamata di 80 centesimi di EUR al chilogrammo”. Si tratta di un meccanismo “per evitare [un] effetto eccessivamente regressivo sul contributi ‘che pongono dei limiti all’importo che i paesi meno ricchi pagheranno” ha spiegato il Parlamento europeo.
A luglio 2020, i capi di governo dell’Unione europea avevano raggiunto un accordo sul pacchetto di azioni dell’UE per mitigare le conseguenze della pandemia COVID-19. All’interno del pacchetto sul Recovery Fund era presente contiene un fondo di di 750 miliardi di euro che includeva nuove misure relative all’ambiente a livello comunitario, tra cui l’attesa plastic tax.
E adesso, quando mancavano ormai una manciata di giorni al fatidico 1° gennaio 2021, è arrivato il via libera definitivo con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue.
“In linea con la strategia europea per la plastica, il bilancio dell’Unione può contribuire a ridurre l’inquinamento da rifiuti di imballaggio di plastica. Una risorsa propria basata su contributi nazionali proporzionali alla quantità di rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati in ciascuno Stato membro fornirà un incentivo a ridurre il consumo di prodotti di plastica monouso, promuoverà il riciclaggio e darà impulso all’economia circolare. Allo stesso tempo gli Stati membri saranno liberi di adottare le misure più adeguate per conseguire tali obiettivi, conformemente al principio di sussidiarietà. Al fine di evitare effetti eccessivamente regressivi sui contributi nazionali, un meccanismo di adeguamento con una riduzione forfettaria annua dovrebbe essere applicato ai contributi degli Stati membri con un RNL pro capite nel 2017 al di sotto della media dell’UE. La riduzione dovrebbe corrispondere a 3,8 chilogrammi moltiplicati per la popolazione degli Stati membri interessati nel 2017″ si legge in Gazzetta.
In altre parole, i singoli stati dovranno riscuotere un’imposta calcolata sulla base del peso dei rifiuti di imballaggi in plastica non riciclabili, pari a 0,80 euro per chilogrammo. Tuttavia, alcuni Stati avranno diritto a riduzioni forfettarie annue, in particolare: 22 milioni di euro per la Bulgaria, 32,1876 milioni di euro per la Repubblica Ceca, 4 milioni di euro per l’Estonia, 33 milioni di euro per la Grecia, 142 milioni di euro per la Spagna, 13 milioni di EUR per la Croazia, 184,0480 milioni di euro per l’Italia, 3 milioni di euro per Cipro, 6 milioni di euro per la Lettonia, 9 milioni di euro per la Lituania, 30 milioni di euro per l’Ungheria, 1,4159 milioni di euro per Malta, 117 milioni di euro per la Polonia, 31,3220 milioni di euro per il Portogallo, 60 milioni di euro per la Romania, 6,2797 milioni di euro per la Slovenia e 17 milioni di euro per la Slovacchia.
Un piccolo passo avanti verso la riduzione della plastica in un momento, quello della pandemia, in cui i rifiuti in generale stanno aumentando?
Fonti di riferimento: Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, Parlamento Europeo,
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