Greenpeace lancia Plastic Radar, un servizio per segnalare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie dei mari italiani.
La plastica è ovunque. Sta invadendo gli oceani e i nostri mari. Le spiagge sono diventate dei veri e propri scrigni di rifiuti, di cui almeno l’80% percento è di materiale plastico. Cosa fare in concreto oltre a ridurre l’uso dei prodotti in plastica e una corretta raccolta differenziata? Segnalare gli scempi, i cumuli di bottiglie, bicchieri, sacchetti, cannucce e tanto altro su cui ci imbattiamo.
È questa la nuova iniziativa di Greenpeace che ha appena lanciato Plastic Radar, un servizio per indicare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie del mare. È possibile partecipare in modo attivo semplicemente utilizzando Whatsapp inviando le segnalazioni al numero +39 342 3711267.
Attraverso il sito si potranno consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari della nostra Penisola, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni.
“Le spiagge e i fondali marini sono soffocati dalla plastica. Con questa iniziativa invitiamo tutti gli amanti del mare a non rassegnarsi a convivere con la presenza di rifiuti in plastica ma ad accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Cosa aspettate allora? Ormai tutti abbiamo installata sul nostro telefono l’applicazione Whatsapp: una volta ritrovato un rifiuto in plastica sulle spiagge, sui fondali o sulla superficie dei mari italiani, lo possiamo segnalare al numero di Greenpeace.
Per effettuare una segnalazione sarà necessario scattare una foto del rifiuto e, se possibile, fare in modo che sia riconoscibile il marchio e il tipo di plastica di cui è costituito (guardate il video esplicativo sotto). Successivamente va inviata a Greenpeace, insieme alle coordinate geografiche del luogo dove è stato individuato il rifiuto. Ogni segnalazione viene elaborata da Greenpeace e i dati relativi a tipo di rifiuto e posizione saranno disponibili in forma aggregata – nell’arco di 24-48 ore – sul sito plasticradar su greenpeace.
“L’iniziativa, oltre a far luce sui rifiuti in plastica più presenti nei mari italiani, vuole individuare anche i principali marchi che, da anni, continuano a immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica, principalmente usa e getta, non assumendosi alcuna responsabilità circa il suo corretto riciclo e recupero“, spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Nei mesi scorsi Greenpeace ha lanciato una petizione, sottoscritta da più di un milione di persone in tutto il mondo, in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
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Germana Carillo