Nel casertano Comuni virtuosi con la differenziata oltre il 60%. Ma da gennaio torna lo spettro del consorzio

Dici Campania e pensi, spesso purtroppo, ai rifiuti. Ma non è sempre così, come già vi avevamo fatto vedere con l'esempio virtuoso dei 19 municipi dell'area vesuviana che, grazie alla differenziata, hanno trovato una via per rendere efficiente non solo la raccolta, ma anche lo smaltimento della munnezza.

Dici Campania e pensi, spesso purtroppo, ai rifiuti. Ma non è sempre così, come già vi avevamo fatto vedere con l’esempio virtuoso dei 19 municipi dell’area vesuviana che, grazie alla differenziata, hanno trovato una via per rendere efficiente non solo la raccolta, ma anche lo smaltimento “della munnezza”.

E gli esempi di Comuni che, nella terra del Vesuvio, si distinguono dalla molto più nota situazione di Napoli, sono diversi: come ha messo in evidenza anche un servizio delle Iene ieri sera, esistono infatti molte amministrazioni della Provincia di Caserta che presentano una percentuale di raccolta differenziata superiore al 60%. Soluzioni efficienti ed economiche oltretutto, se si pensa che questi stessi comuni presentano un bilancio in pareggio.

A Roviano, ad esempio, i cittadini conferiscono direttamente i rifiuti – già differenziati tra plastica, carta, vetro, ecc. – all’isola ecologica comunale, con un evidenterisparmio in termini di denaro per il Comune e la garanzia che sono i cittadini stessi, riuniti in un’apposita commissione, a controllare che la raccolta venga fatta da tutti in modo corretto. E anche i cittadini ne traggono vantaggi economici, dato che la quota che si paga per la differenziata in questo paese del casertano è di appena 1 euro a mq.

Ma, e questo è il problema, questa situazione idilliaca potrebbe presto finire: secondo la legge 26/2010, infatti, tutti questi Comuni dovrebbero – a partire dal 1 gennaio 2012 – affidare la gestione dei loro rifiuti ad un nuovo Consorzio provinciale, il Gisec (Gestione impianti e servizi ecologici casertani), demandando ad esso qualsiasi competenza e decisione in merito. L’ennesimo paradosso italiano, insomma: privare amministrazioni virtuose di alcune competenze ed affidarle a grosse macchine burocratiche molto più complicate, lente e costose. Tanto che la tariffa per gli abitanti di Roviano aumenterebbe, ad esempio, di ben 3 volte.

Ma perché complicare le cose anche laddove funzionano perfettamente? A noi viene da pensare che, in questo modo, si rendano disponibili alcune poltrone ambite da molti, posti di dirigenza, collaborazioni esterne, ecc. Non ha senso mettere in moto una macchina, che tra l’altro ha già dimostrato di non essere efficiente negli anni passati, e fornire un nuovo modo alla camorra per entrare nelle questioni politiche, sociali e ambientali più delicate.

Proprio per il fatto che l’applicazione di questa legge può risultare, oltre che poco funzionale, anche pericolosa, del caso si sono occupate anche Le Iene, la trasmissione di Italia 1, che proprio ieri ha mandato in onda un servizio in cui intervenivano i sindaci dei Comuni virtuosi di Ruviano, Camigliano, Valle Agricola, Fonte Greca, Francolise, Letino, Ciorlano, Pratella, Pietravairano e Pontelatone, chiedendo un’immediato annullamento della legge. Anche perché, qualora dovessero rifiutarsi di cedere le competenze in materia di rifiuti al neonato consorzio, il prefetto potrebbe commissariare o sciogliere l’amministrazione comunale, come già successo in passato al sindaco di Camigliano, che nel 2010 si rifiutò per protesta di consegnare alcuni documenti relativi alla Tarsu e venne destituito.

Una modifica, quella della legge 26, che viene chiesta anche dal Presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi e, paradossalmente, anche dal direttore generale del Consorzio, Donato Madaro che, intervistato dalla Iena Pelazza, chiede che la legge preveda libertà di scelta per i Comuni “virtuosi”, mentre l’amministratore unico, Felice Di Persia, definisce la legge addirittura “raffazzonata” e ammette che come cittadino si sentirebbe “di fottere” dovendo pagare una tassa sui rifiuti molto più alta solo per mandare avanti un consorzio. Ma è la legge, commenta, e va rispettata.

Come sempre insomma, la palla rimbalza da un’istituzione all’altra, tutti se ne chiamano fuori, ma nessuno fa niente. Se né la Provincia né il Consorzio hanno interesse a togliere la gestione dei rifiuti a questi Comuni, allora perché nessuno fa niente? Perché rimane tutto immobile, rischiando oltretutto di arrivare al 1 gennaio con un Consorzio non ancora pronto ad affrontare una gestione così ampia? Magari sarà questo uno dei primi quesiti a cui darà risposta il nuovo governo, chissà…

Eleonora Cresci

Vedi anche il servizio delle Iene andato in onda ieri sera

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