C'è un'altra categoria di rifiuti che minaccia l'ambiente e che sta finendo per superare addirittura le buste di plastica
Il coronavirus ci ha costretti a indossare i cosiddetti dispositivi di protezione individuale (DPI) come mascherine e guanti usa e getta. C’è dunque un’altra categoria di rifiuti che minaccia l’ambiente e che sta finendo per superare addirittura le buste di plastica, di cui ci eravamo riusciti a liberare.
A lanciare l’allarme è il Regno Unito, dove una recente analisi condotta dalla North London Waste Authority ha rilevato che ogni settimana solo nel paese vengono usate e gettate via 102 milioni di mascherine, capaci di ricoprire un campo di calcio per 232 volte.
Sparse per le strade, nei parchi, sulle spiagge e in mare le mascherine sono il nuovo incubo emerso soprattutto nel 2020 quando sono diventate ormai necessarie e usate quotidianamente per limitare i contagi.
Le mascherine hanno battuto le buste di plastica
Se la loro presenza è ormai tristemente nota a tutti, quello che molti non sanno è che esse hanno addirittura superato le buste di plastica diventando il rifiuto più frequente presente nell’ambiente. Rifiuti che si aggiungono ad altri rifiuti, in un circolo vizioso sempre più dannoso.
Anche se lo studio riguarda la Gran Bretagna, il problema dell’aumento dei rifiuti legato all’uso delle mascherine è globale. Senza contare che a differenza di altra spazzatura, le mascherine difficilmente vengono raccolte per paura di un eventuale contagio, come accadeva invece per le buste.
“I progressi che abbiamo fatto tutti nel ridurre la nostra dipendenza dalla plastica monouso rischiano di essere annullati durante la pandemia e le mascherine usa e getta sono uno dei principali colpevoli. Non sono fatte di carta, non sono riciclabili e che siano cestinate o disseminate danneggiano l’ambiente. Oggi esortiamo le persone a continuare a fare la loro parte per aiutare ad affrontare l’emergenza climatica passando a mascherine riutilizzabili, che offrono la stessa protezione delle usa e getta “.
Di fatto, i rifiuti creati da questi articoli stanno avendo maggiori implicazioni per l’ambiente. Per alcuni aspetti, la pandemia ha ostacolato la guerra ai rifiuti di plastica.
Nella primavera del 2020, in piena crisi COVID-19, l’ European Plastics Converters (EuPC) ha scritto una lettera alla Commissione Europea per rinviare l’attuazione della direttiva europea che limiterà l’uso della plastica. La richiesta è stata rifiutata ma mostra che le pressioni del mondo della plastica sono ancora molto presenti.
E in Italia?
Purtroppo quanto espresso dallo studio britannico è potenzialmente applicabile anche all’Italia. Lo dimostrano purtroppo le immagini arrivate proprio in questi giorni dal litorale laziale, dove viste le belle giornate di sole durante lo scorso week end molte persone si sono riversate sulle spiagge. E il risultato è questo:
Spiagge invase dai rifiuti dopo il fine settimana ad Anzio e Nettuno
Posted by Il Clandestino on Wednesday, February 24, 2021
Fonti di riferimento: NLWA, Euronews
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