Non solo medici e sanitari, è emergenza mascherine per tutti gli operatori della gestione rifiuti

Esattamente come medici e infermieri, anche loro in questi giorni di emergenza Coronavirus e di lockdown continuano a lavorare incessantemente per garantire a tutti,  e in tutta Italia, la corretta igiene ambientale e lo smaltimento giornaliero dei rifiuti. Ma “la macchina” potrebbe presto incepparsi, proprio come per gli ospedali, per mancanza di mascherine e materiale per lavorare in sicurezza, secondo anche quanto stabilito dal Decreto Cura Italia oggi pubblicato in Gazzetta.

Sono oltre 90mila gli addetti del settore che, anche in piena emergenza COVID-19, stanno continuando a garantire servizi pubblici di raccolta e gestione di rifiuti urbani e speciali. Che oggi chiedono al Governo di assicurare un adeguato rifornimento di mascherine e dispositivi di sicurezza alle imprese del settore.

La denuncia delle carenze e la proposta di intervento celere sono contenute in una lettera indirizzata da FISE Assoambiente, (l’Associazione che rappresenta le imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Come si legge dalla nota stampa inviata,

“L’Associazione chiede al Ministero dell’Ambiente, ad oggi assente, di attivarsi urgentemente allo scopo di fornire disposizioni chiare e coordinate, per ora lasciate solo all’iniziativa di poche Regioni, verso un settore che si trova, da un lato, impegnato pur in questo critico momento nel garantire servizi essenziali non interrompibili e, dall’altro, a far fronte ad una crescente complessità organizzativa, in un contesto di tendenziale riduzione del personale addetto ai servizi: una criticità che richiede un indirizzo chiaro, uniforme e concreto da parte delle Autorità centrali e la garanzia di adeguato stock di DPI alle aziende al fine di poter operare in piena sicurezza”

Attualmente le imprese sono costrette a centellinare mascherine e dispositivi di sicurezza in dotazione ai dipendenti e, in queste condizioni, senza gli adeguati rifornimenti di tali strumenti, saranno costrette a interrompere il servizio. Un’ipotesi che manderebbe al collasso città e comuni di tutta Italia.

“Per venire incontro alle nuove esigenze di sicurezza chiediamo inoltre al Governo di valutare l’imposizione di un’IVA agevolata (al 4%) per questi dispositivi e la possibilità di detrarre i costi relativi in forma maggiorata. Un’agevolazione fiscale che potrebbe alleggerire lo stato economico delle aziende in questa fase emergenziale e tutelerebbe fortemente i lavoratori”.

Iva al 4%, ma anche un monitoraggio attento del mercato se si considera che in questi giorni il costo delle mascherine e di tali dispositivi è aumentato esponenzialmente.

Nel frattempo, proprio oggi, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è entrato in vigore il Decreto Cura Italia in cui sono previsti aiuti in tal senso. In particolare l’articolo 43 prevede il trasferimento “ dell’importo di 50 milioni di euro, da parte dell’INAIL ad Invitalia, da erogare alle imprese per l’acquisto di dispositivi e di altri strumenti di protezione individuale” oltre all’utilizzo in via straordinaria e come misura di protezione individuale, l’uso di mascherine filtranti anche prive del marchio CE. Ma se per il personale sanitario è stato previsto un approvvigionamento sanitario straordinario, altrettanto non è stato fatto per gli operatori della gestione dei rifiuti.

Fonte: FISE

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