Maldive, Thilafushi. Pensiamo subito a un luogo incontaminato. Così era 25 anni fa, prima che questa splendida laguna venisse trasformata in una discarica e prima che i suoi rifiuti iniziassero a vagare per il mare cristallino di questo splendido arcipelago
Maldive, Thilafushi. Pensiamo subito a un luogo incontaminato. Così era 25 anni fa, prima che questa splendida laguna venisse trasformata in una discarica e prima che i rifiuti iniziassero a vagare per il mare cristallino di questo splendido arcipelago.
Thilafushi fa parte dell’atollo di Kaafu e dista appena 7 km dalla capitale Malè. Nacque per volere del governo locale nel 1992. La laguna venne trasformata in una discarica per affrontare il crescente problema dello smaltimento dei rifiuti prodotti dall’industria del turismo. Dopo circa un mese, iniziò ad arrivare la spazzatura.
Furono scavati enormi pozzi nella sabbia e lì furono confinati i rifiuti provenienti da Male e dalle altre isole abitate dell’arcipelago della Maldive. Rispetto alle altre discariche, a Thilafushi la spazzatura viene relegata tra il mare e sottili strati di sabbia bianca, ricoperta da uno strato di detriti di costruzione e poi dalla sabbia.
Una scelta davvero poco felice. Sull’isola centinati di immigrati lavorano senza protezione nel trattamento e nella combustione dei rifiuti. Quantità che oggi arrivano fino a 330 tonnellate al giorno. Qui infatti vengono stoccati sia i rifiuti prodotti dagli abitanti della capitale Malè che dai circa 100 resort delle Maldive.
Oggi, ci sono oltre 30 fabbriche a Thilafushi, una moschea e case per i circa 150 migranti del Bangladesh che lavorano alla discarica.
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Alcuni rifiuti purtroppo sono ora alla deriva nell’oceano per poi ritornare sulle spiagge, inquinandole e danneggiando il delicato ecosistema.
Per Bluepeace, il principale movimento ecologico delle Maldive, l’isola è una “bomba tossica”.
Ali Rilwan, ambientalista di Malé, ha rivelato che batterie esauste, amianto, piombo e altri rifiuti potenzialmente pericolosi vengono mescolati ai rifiuti solidi urbani.Anche se è una piccola frazione del totale, questi rifiuti sono una fonte di metalli pesanti tossici.
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A dicembre 2011 il Consiglio Comunale di Malé aveva temporaneamente vietato il trasporto di rifiuti a Thilafushi a causa di un aumento dei rifiuti galleggianti nella laguna dell’isola e alla deriva in mare.
Tristezza infinita.
Francesca Mancuso