Un altro rogo, ancora fiamme in un impianto di stoccaggio di rifiuti, nei pressi di Caivano. È successo ieri quando nel primo pomeriggio è divampato un incendio nella zona industriale di Pascarola. E purtroppo non è il primo. Torna la paura nella terra dei fuochi
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Un altro rogo, ancora fiamme in un impianto di stoccaggio di rifiuti, nei pressi di Caivano. È successo ieri quando nel primo pomeriggio è divampato un incendio nella zona industriale di Pascarola. E purtroppo non è il primo. Torna la paura nella terra dei fuochi.
Meno di un mese fa, il 1° luglio a San Vitaliano, un altro rogo aveva interessato gli stabilimenti dell’azienda di trattamento rifiuti del Comune, in cui erano presenti carta, plastica e alluminio, scatenando l’allarme diossina.
Ancora incendi nella terra dei fuochi
La storia sembra ripetersi. Ieri, la struttura della Di Gennaro Spa che si occupa del recupero di rifiuti è andata in fiamme. Al suo interno erano presenti grandi quantità di carta e plastica da imballaggio. Nel giro di pochi minuti l’aria è diventata irrespirabile.Una coltre di fumo si è alzata su tutta la zona ed era visibile anche a chilometri di distanza. I residenti si sono barricati in casa.
Nonostante l’intervento dei vigili del fuoco e degli uomini del nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Napoli, le fiamme non sono ancora state domate.
Il Responsabile Ambiente del Comune di Caivano ha chiesto alle persone di chiudere porte e finestre e di non accendere l’aria condizionata per le diossine sprigionate nell’area dal rogo.
Al momento è stato aperto un fascicolo di indagine conoscitiva dalla Procura di Napoli Nord, con delega ai carabinieri della compagnia di Casoria.
Non è escluso che possa trattarsi di un incendio doloso ma solo dopo il completo spegnimento si potrà valutare la situazione.
Il Ministro Costa suona la carica: più controlli
Per il Ministro, quasi 300 roghi in due anni in tutta Italia sono un numero impressionante che non può essere considerato casuale.
“L”ennesimo rogo tossico a un impianto di stoccaggio. Ancora una volta migliaia di cittadini ostaggio del fumo e della paura. Anche se nel mio recente passato mi sono occupato in prima persona di roghi tossici, ogni volta che vedo queste immagini a me fa male come se fosse la prima volta. Voglio precisare che fin da subito mi sono messo in contatto con la prefettura e le forze dell’ordine e i cittadini, giustamente allarmati, mi stanno inviando foto, video e aggiornamenti costanti” sono le parole del Ministro dell’ambiente Sergio Costa che assicura interventi immediati. “Come sapete da appena una settimana è partita la macchina organizzativa per rendere questi siti sorvegliati speciali in base alla decisione del ministero dell’Interno presa su nostra richiesta e sollecitazione. Ma bisogna fare uno sforzo in più. Chiedo a tutte le Prefetture d’Italia di accelerare i tempi, considerate le temperature elevate di questo periodo, affinchè questi siti diventino sorvegliati speciali il prima possibile. Sto lavorando dal primo giorno per ridurre questi fenomeni. Non lasceremo solo nessuno”.
La paura dei residenti
Una di quelle cose a cui mai ci si dovrebbe abituare eppure ormai i residenti lo stanno facendo. Vivono nella paura che i veleni possano intossicare l’aria che respirano.
“Care mammemale, stasera sono triste, triste perché la mia terra, la terra dei fuochi brucia maledettamente e con essa brucia il futuro dei miei figli, un odore acre pervade l’aria che respiriamo, costretto a chiuderci in casa, sono stanca, stanca di gridare la mia rabbia inascoltata, perdonatemi lo sfogo” scrive una mamma su Facebook.
Legambiente: “Non è più una coincidenza”
“Un incendio è un incendio, due incendi sono una coincidenza, ma tre incendi fanno una prova. C’è puzza di bruciato dietro l’escalation di incendi sospetti che nell’ultima settimana stanno colpendo impianti di gestione e stoccaggio dei rifiuti in Campania” sono le parole di Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato, presidente nazionale e regionale di Legambiente.
A loro avviso qualcosa non torna. Per questo invocano tempi brevi per individuare un possibile filo conduttore tra tutti questi casi.
“Bisogna fare al più presto chiarezza e qualora emergessero sospetti sull’origine dolosa di questi incendi, chiediamo alla magistratura e alle forze dell’ordine di applicare i nuovi delitti ambientali del codice penale, inseriti grazie alla legge sugli ecoreati”.
L’ennesimo disastro ambientale, una tragedia che colpisce migliaia di persone. E temiamo che non sarà l’ultima.
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Francesca Mancuso