Il primo impianto del mondo che ricicla pannolini e assorbenti: è in Italia e funziona così

Ecco il primo impianto per il riciclo di pannolini e assorbenti, che tra l'altro vince il Premio Sviluppo Sostenibile per il settore rifiuti e risorse ad Ecomondo 2018 in corso a Rimini.

Il primo impianto per il riciclo di pannolini e assorbenti consente il recupero differenziato di plastiche, cellulosa e polimeri super assorbenti

Possibile riciclare al 100% pannolini e assorbenti usati? Certo che sì: tutti, ma proprio tutti, possono essere trasformati in stampelle, mollette, sedie di plastica, in cartoni da imballaggio industriali o anche in nuovi prodotti assorbenti. Il merito è del primo impianto di riciclo di questo tipo, ed è tutto italiano.

Tramite un vero e proprio processo di riciclo, anche i prodotti assorbenti per la persona già utilizzati che prima finivano in discarica o in un inceneritore, possono insomma tornare a nuova vita. Lo sanno bene in provincia di Treviso, a Lovadina di Spresiano, dove da poco più di un anno ha preso piede una bella realtà di riciclo e riuso.

Si tratta di Fater Smart, l’azienda che ha appena ricevuto il Premio Sviluppo Sostenibile per il settore rifiuti e risorse ad Ecomondo 2018 in corso a Rimini. Qui, da una tonnellata di pannolini, al netto degli scarti, si ottengono fino a 150 chilogrammi di cellulosa, 75 kg di plastica e altrettanti di polimero super assorbente.

È così che il progetto di recupero dei prodotti assorbenti usati, che 7 anni fa era ancora in fase embrionale, è diventato un processo industriale di riciclo al 100% fiore all’occhiello dell’Italia.

Come funziona il recupero e il riciclo dei pannolini usati

Il processo di recupero e riciclaggio si basa su un’innovazione tecnologica riconosciuta dalla Commissione Europea come Eco-Innovation nel 2011 (RECALL – ECO/11/304440).

Dopo il lavaggio e la sterilizzazione in autoclave, si separano plastica, polimero super assorbente e cellulosa, che una volta rigenerati tornano a nuova vita.

Le fasi
Il processo prevede tre fasi:

Fase inziale
Operatori specializzati attraverso il porta a porta raccolgono i prodotti assorbenti per la persona usati (presso strutture centralizzate come ospedali, case di riposo, asili nido oppure nei centri di raccolta comunali).

In Italia, già 11 milioni di cittadini hanno accesso alla raccolta differenziata di questo tipo di prodotti. Il materiale raccolto arriva all’impianto di riciclo pannolini, dove inizia il processo di recupero: dopo l’accumulo dei rifiuti nella porta d’accesso, avviene il loro stoccaggio e il trasporto verso le unità centrali della macchina.

Fase centrale
In questa fase la componente organica viene eliminata. All’interno di un autoclave, grazie alla combinazione di vapore a pressione, i prodotti assorbenti usati vengono sterilizzati e i materiali costituenti vengono pre-separati. Poi, dei nastri trasportano i prodotti nell’essiccatore, dove vengono asciugati. Questo processo consente l’abbattimento dei cattivi odori e l’eliminazione di tutti i potenziali agenti patogeni.

Fase finale
Una batteria di separatori in serie, attraverso un sistema di cilindri rotanti, separa e recupera le materie prime seconde. Da ogni tonnellata di questi rifiuti si ottengono 150Kg di cellulosa, 75Kg di plastica e 75Kg di polimero super assorbente.

recupero pannolini

L’impianto pilota tratta per ora 1.500 tonnellate di pannolini e assorbenti all’anno. La previsione è di trattare a regime, nell’impianto di Lovadina di Spresiano, circa 10mila tonnellate di pannolini all’anno, evitando il conferimento in discarica di oltre 13mila metri cubi di materiale in 12 mesi, con un risparmio di 3mila tonnellate in un anno di emissioni di anidride carbonica.

Una bella realtà, non credete? Intanto, se voi siete lontani da un simile impianto o la vostra città non prevede la raccolta indifferenziata di questi prodotti, potete sempre ricorrere ai pannolini lavabili e alle coppette mestruali!

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