Proteste di Hong Kong: gli attivisti ringraziati per aver liberato la città dalla spazzatura

I manifestanti che hanno partecipato alla protesta a Hong Kong si sono ritrovati per ripulire piazze e strade dalla spazzatura

La scorsa domenica due milioni di persone sono scese in piazza a Hong Kong per manifestare contro l’emendamento sull’estradizione della Cina.

Nonostante la rabbia, i manifestanti hanno dimostrato un grande senso civico ripulendo le strade dalla spazzatura dopo la protesta.

Hong Kong ripulita dopo la manifestazione

Un bel gesto di civiltà quello dei manifestanti che sono scesi in piazza domenica scorsa ad Hong Kong. Migliaia di attivisti si sono ritrovati per manifestare contro l’emendamento sull’estradizione della Cina e per chiedere le dimissioni della leader Carrie Lam.

La rabbia dei manifestanti era palese, sia verso l’emendamento che avrebbe consentito di estradare nella Cina continentale persone accusate di avere commesso reati gravi come omicidio e stupro sia per quanto successo durante la protesta di una settimana fa.

La scorsa settimana infatti la polizia sparò proiettili di gomma e lacrimogeni contro i manifestanti, portando al ricovero di circa 80 persone. La rabbia dei manifestanti non li ha sollevati dal senso civico: dopo la manifestazione infatti gli attivisti si sono ritrovati nelle piazze e nelle strade e hanno lavorato tutta la notte per liberare la città dalla spazzatura.

I manifestanti hanno raccolto tutti i rifiuti da loro prodotti durante la protesta, lasciando la città pulita ricevendo i complimenti della cittadinanza per il comportamento esemplare.

Chi ha partecipato alla manifestazione l’ha descritta come pacifica e ha raccontato di come i partecipanti abbiano collaborato per non intralciare il passaggio delle ambulanze e per aiutare le persone in difficoltà, offrendo acqua e pane a chi non si sentiva bene. Carrie Lam ha annunciato il ritiro dell’emendamento di estradizione, ma per l’opposizione non è sufficiente e chiede le dimissioni della leader.

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Tatiana Maselli

Photo credit Nathan Ruser

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