E' stato reso noto oggi a Milano lo stato dei Siti di Interesse Nazionale. I dati sono stati forniti dal rapporto di Greenpeace Sin Italy: la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale
È stato presentato oggi da Greenpeace nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Milano, il rapporto “Sin Italy: la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale“. Per ribadire ancora una volta che il problema dei rifiuti pericolosi e quello delle discariche abusive va affrontato, e anche in fretta.
I Sin, i cosiddetti Siti d’Interesse Nazionale ossie le aree del nostro Paese dove si ha un alto tasso di inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali sono sempre più numerosi. Al punto da mettere a rischio la salute e l’ambiente. Greenpeace, nel suo rapporto, ne ha contate ben 57 da bonificare, che costituiscono il 3 per cento del territorio del Paese: 1.800 chilometri quadrati di aree marine, lagunari e lacustri, il doppio della Laguna di Venezia e del Lago di Garda messi insieme, per intenderci, e 5.500 chilometri quadrati di aree terrestri. Ben 300 i Comuni inclusi nei SIN, per un totale di circa 9 milioni di abitanti.
Molto spesso si tratta di zone industriali dismesse ma anche di zone in cui ferve ancora l’attività industriale o ancora porti, ex miniere, cave, discariche non conformi alla legislazione, e infine discariche abusive.
L’accusa dell’associazione ambientalista va al governo: “Proprio quando i dati sul pesante impatto sanitario della mancata bonifica di queste aree cominciano a essere accessibili (con almeno 10 mila morti attribuite alla contaminazione dei SIN), le risorse finanziarie destinate dal Governo alle bonifiche sembrano dileguarsi, aprendo la strada a gestioni emergenziali e ipotesi di ‘condono’, come quella introdotta dall’art. 2 della L. 13/2009, che portano a ‘scorciatoie’ pericolose per salute e ambiente“.
Per questa ragione, alla luce dei dati forniti oggi attraverso il rapporto, Greenpeace ha ribadito fermamente che i condoni equivalgono ad “una strage che deve essere fermata“.
Non solo. Le bonifiche, se effettuate, sarebbero un incentivo all’occupazione. “Le bonifiche – continua l’associazione – possono favorire ricerca e innovazione, creare occupazione e salvaguardare territorio e salute umana. Per trasformarle da problema a opportunità ci sono però alcuni passaggi obbligati: la fine della gestione emergenziale, l’abolizione dell’art. 2 della L.13/2009, un Piano Nazionale per le bonifiche dei SIN che miri a investimenti legati a efficienza e sostenibilità, certezza sulle risorse finanziarie da parte del Governo e soprattutto un confronto aperto con le rappresentanze di cittadini, sindacati e associazioni ambientaliste“.
Francesca Mancuso