Rifiuti solidi urbani: è ormai emergenza planetaria

Un tragico scenario è quello che è emerso a Roma in occasione della XXI Conferenza internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, Solid Urban Waste Management organizzata dal Cnr e dallo Iupac Chemrawn Committee (Chemical Research Applied to World Needs).

Siamo letteralmente sommersi dai rifiuti, si parla ormai di una vera e propria emergenza planetaria che riguarda soprattutto i rifiuti solidi urbani (Rsu) prodotti nelle grandi città.

Il tragico scenario è emerso a Roma in occasione della XXI Conferenza internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, Solid Urban Waste Management organizzata dal Cnr e dallo Iupac Chemrawn Committee (Chemical Research Applied to World Needs).

A confrontarsi sulla situazione e su possibili soluzioni a tutela dei cittadini e dell’ambiente oltre 300 esperti impegnati a cercare un modo per rendere i rifiuti solidi non uno scomodo problema di cui disfarsi ma piuttosto una risorsa riutilizzabile.

Qualcosa del resto bisogna fare, e anche urgentemente, nelle città di tutto il mondo popolate ormai da 3 miliardi di persone, ciascuno produce 1,2 kg di spazzatura al giorno, circa il doppio di quanto avveniva 10 anni fa. E l’aumento dei rifiuti non si arresterà: secondo le stime nel 2025 si produrranno ancora più rifiuti: 1,42 kg ogni persona per un totale da capogiro di 2,2 miliari!

Perché questa crescita vertiginosa dei rifiuti solidi in aree urbane? La ricerca spiega che a partire dal 2010 c’è stata un’inversione di tendenza: la maggior parte delle persone nel mondo si è spostata a vivere in città e il trend rimarrà questo, anzi tenderà ad aumentare, nei prossimi anni. Per cui se 100 anni fa 2 persone su 10 vivevano in città, ancor meno di 4 nel 1990, entro il 2050 si arriverà invece a 7 persone su 10.

La marea di spazzatura che si sta creando e si creerà sempre più è, tra l’altro, un pericolo per la salute pubblica, soprattutto nei paesi del Sud del mondo dove, come ha sottolineato Mario Malinconico, ricercatore dell’Istituto dei polimeri, compositi e biomateriali del Cnr, crea spesso delle vere e proprie emergenze sanitarie.

Cosa si aspetta allora, ad esempio, a favorire ancora di più la raccolta differenziata, l’utilizzo di imballaggi biodegradabili, la vendita di prodotti il più possibile sfusi, ecc.? Noi nel nostro piccolo cerchiamo di ridurre al minimo la spazzatura. Iniziamo ad esempio dalla plastica, ecco alcuni suggerimenti per ridurre i rifiuti nella vita quotidiana.

Francesca Biagioli

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