Emergenza rifiuti a Roma. Anche il presidente del Consiglio Mario Monti sostiene la decisione del prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro di scegliere il progetto di discarica nel territorio di Corcolle, a soli 700 metri da Villa Adriana e dal suo ambiente storico-naturalistico, patrimonio dell'Unesco. E subito rimonta una furiosa polemica.
Emergenza rifiuti a Roma. Anche il presidente del Consiglio Mario Monti sostiene la decisione del prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro di scegliere il progetto di discarica nel territorio di Corcolle, a soli 700 metri da Villa Adriana e dal suo ambiente storico-naturalistico, patrimonio dell’Unesco. E subito rimonta una furiosa polemica.
“Monti – si legge in una nota indirizzata ieri dal sottosegretario di Stato Antonio Catricalà al Prefetto- ha espresso il proprio convincimento che il Commissario saprà salvaguardare con le opportune opere le falde acquifere ed evitare altre forme di inquinamento dell’ambiente, assicurandosi che nella discarica venga depositato solo materiale già trattato“. Si tratta di una decisione che “è stata già presa“, conferma Pecoraro: “a oggi mi sembra quella definitiva, tanto è vero che vado verso la conclusione della conferenza dei servizi, un provvedimento che arriverà nelle prossime ore. Dopo il provvedimento ci sarà la gara europea che dovrà essere indetta entro la fine di giugno altrimenti non ci siamo con i tempi, che sono molto ristretti“.
Ma, il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, si è detto “contrarissimo” alla discarica: “come ho già ribadito più volte sia in sede di Consiglio dei ministri sia in sede pubblica – ha dichiarato – i vincoli paesaggistici e archeologici che insistono su quell’area non sono derogabili per nessun motivo. Non possiamo permetterci un’ondata di legittime critiche internazionali. Per il bene del Paese, Villa Adriana e il suo ambiente storico-naturalistico non possono essere sfregiati“. Nel frattempo il professor Andrea Carandini, anche lui contrario, è passato ai fatti e ha deciso di lasciare il consiglio superiore dei Beni culturali.
Sulla vicenda interviene, a questo punto, anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, che in una nota spiega: “ritengo che la capacità e l’esperienza del prefetto Percoraro siano indiscusse e unanimemente condivise, come confermato dalla rinnovata fiducia del governo nei confronti del commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma. In ogni caso, concordo con il ministro dell’Interno Cancellieri sull’opportunità che la questione della discarica di Corcolle sia discussa in Consiglio dei ministri, così da valutare tutti gli aspetti su cui si sono pronunciati i colleghi Ornaghi e Clini. Sono infatti convinta che un approfondimento collegiale darà, se possibile, più peso e forza all’azione del prefetto Pecoraro“.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel frattempo, sottolinea “ancora una volta la contrarietà profonda al sito di Corcolle. Ho chiesto al prefetto, prima di prendere qualsiasi decisione, che ancora non c’è, di fare un confronto con me, con il presidente della Regione Renata Polverini, con i ministri Clini e Ornaghi per chiarire perché la scelta di Corcolle e non altri siti, che erano stati indicati dal rapporto della Regioneerano stati indicati dal rapporto della Regione. Non abbiamo ancora avuto nessuna comunicazione ufficiale, ma il premier Monti – ha aggiunto – ha fatto bene a confermare al prefetto Pecoraro la fiducia e l’incarico“.
Infine, ci sono i comitati che da mesi osteggiano il progetto del prefetto Pecoraro: annunciano una “protesta bianca” con ricorsi in nome della Costituzione e una mobilitazione internazionale del mondo ecologista e della cultura. Il comitato Salviamo Villa Adriana, guidato dal principe Urbano Barberini, ha detto: “il premier Monti su Corcolle ha fatto un passo falso di proporzioni mondiali ed è stato evidentemente mal consigliato”. Italia Nostra Roma, invece, ha già annunciato che presenterà domani un esposto alla Procura della Repubblica “perché non riconosce la validità della documentazione presentata al primo ministro, Mario Monti, dal commissario Pecoraro per ‘incompletezza e omissione di atti di obiettivi”. Anche i Circoli dell’Ambiente e della Cultura Rurale minacciano di dare battaglia: “nel pieno rispetto per le Istituzioni –spiegano in una nota- ci opponiamo con fermezza alla scelta del Prefetto Pecoraro, a cui hanno rinnovato la fiducia sia il Premier Monti che il Governatore Polverini. Come abbiamo spesso ribadito, è intollerabile che venga presa in considerazione l’ipotesi di una discarica, sulla cui promessa temporaneità siamo realisticamente scettici, senza dare garanzie alle popolazioni locali”.
Corcolle è un “pericoloso vicolo cieco. I molteplici vincoli a cui è sottoposta quell’area, evidenziati correttamente dal ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi, faranno inevitabilmente fioccare una miriade di ricorsi, che avranno come conseguenza il blocco dei lavori e dunque ulteriori ritardi e nessuna soluzione per i rifiuti di Roma che così rischiano seriamente di essere accumulati per strada o smaltiti in un sito d’emergenza da attrezzare in poche settimane“, spiega Legambiente in una nota.
“Su questa decisione – continua il vicepresidente Stefano Ciafani – il commissario Pecoraro va fermato e Monti dovrebbe revocare il commissariamento, strumento fallimentare per affrontare l’emergenza rifiuti come dimostra 18 anni di storia del centro sud Italia. La via da seguire per risolvere il problema rifiuti della Capitale, infatti, è già stata tracciata all’interno del Piano per Roma proposto dal Ministro dell’Ambiente Clini, nel quale, giustamente, s’inverte completamente l’impostazione puntando innanzitutto all’aumento del riciclaggio da raccolta differenziata per poi utilizzare la discarica solo per le quantità residuali dopo il trattamento negli impianti esistenti in città ma mai entrati in funzione a regime“. Intanto, tra meno di un mese l’Unesco, nella riunione di San Pietroburgo, ha messo all’ordine del giorno la possibilità di togliere il prestigioso sigillo a Villa Adriana nel caso la discarica venisse aperta.
Roberta Ragni