Contro l’obsolescenza programmata, l’Austria contribuisce a pagare le riparazioni di elettrodomestici e dispositivi elettronici rotti

Un nuovo disegno di legge sul “diritto alla riparazione” proposto poche settimane in Commissione Ue potrebbe presto rendere più facile riparare piuttosto che sostituire l'elettronica di consumo. Intanto gli austriaci approfittano a mani basse di un programma statale per riparare i dispositivi rotti. E se cominciassimo a farlo anche noi?

Contrastare il problema sempre più abnorme dell’obsolescenza programmata è ormai urgenza conclamata: evitare sprechi e, soprattutto, ridurre la “spazzatura tecnologica” è necessario se non vogliamo morire sono montagne di rifiuti elettronici.

Per questo motivo, la Commissione Ue ha proposto nelle settimane scorse un nuovo disegno di legge sul “diritto alla riparazione”: l’obiettivo è quello di rendere le riparazioni più facili ed economiche anche oltre il periodo legale di garanzia per smartphone, tablet, pc ed elettrodomestici. Ciò significherebbe, per esempio, niente più dispositivi da cambiare ogni 2 o 3  anni (e gettarli alle ortiche) e una netta riduzione delle emissioni di CO2.

Ne abbiamo parlato dettagliatamente qui: Diritto alla riparazione anche al di fuori della garanzia: ecco la norma UE contro l’obsolescenza programmata

Ma intanto? Intanto c’è chi, come l’Austria, è avanti già di un anno in politiche volte a creare un circolo virtuoso di riparazione degli oggetti.

Il caso dell’Austria

Già nel 2022, infatti, l’amministrazione comunale di Vienna ha deciso di andare incontro ai cittadini con un bonus attraverso il quale sostenere i costi di riparazione del nostro oggetto rotto.

Istituito per fronte all’ampia mole di rifiuti elettronici, il programma del governo – che si applica a dispositivi difettosi come smartphone, laptop, macchine da caffè e lavastoviglie – ora è esteso a tutto il Paese e copre la metà del costo delle riparazioni

Da quando è stato introdotto un anno fa, secondo il ministero dell’Ambiente, si sono visti riscattare quasi 600mila buoni per un valore sino a 200 euro. Le autorità, infatti, avevano inizialmente previsto il riscatto di 400mila buoni entro l’inizio del 2026.

In cosa consiste il programma 

Il programma consente ai consumatori di portare i dispositivi elettrici ed elettronici difettosi in una delle 3.500 sedi in tutto il Paese. Il bonus di riparazione è finanziato dal fondo di finanziamento e sviluppo ” Next Generation EU ” fornito dall’Unione Europea e comprende un volume di finanziamento totale di 130 milioni di euro fino all’anno 2026.

In pratica, già da un anno i privati ​​possono richiedere un buono riparazione che copre fino al 50% dei costi di riparazione e/o fino a 30 euro per ottenere un preventivo (totale massimo di 200 euro) per i propri impianti elettrici e equipaggiamento elettronico.

Simili iniziative potrebbero diffondersi in tutta l’Ue, con una nuova legge sul “diritto alla riparazione”. In Italia, per ora, nel caso il prodotto risulti difettoso, noi consumatori abbiamo diritto a chiedere la sua riparazione oppure alla sua sostituzione entro due anni ed è previsto che nel manuale di istruzioni del prodotto siano presenti le informazioni precise sulla sua “durata di vita” del prodotto.

Come funzionerebbe il “diritto alla riparazione” nell’Ue?

Entro il periodo di garanzia legale di un prodotto, i produttori sarebbero obbligati a offrire servizi di riparazione, se ciò non costa più di una sostituzione. Da cinque a dieci anni dopo la data di acquisto, i produttori sarebbero obbligati a riparare i prodotti. Il nuovo schema costringerebbe inoltre i produttori a divulgare informazioni su come riparare i prodotti, eliminando il loro monopolio sulle riparazioni: ciò consentirebbe alle piccole imprese di partecipare al processo di riparazione, abbassando i prezzi.

Alcuni Paesi hanno già introdotto proprie leggi anti-spreco: ad esempio, nel 2021 la Francia ha costretto Apple, Samsung e altri produttori di dispositivi ad aggiungere un “punteggio di riparabilità” ai loro prodotti, consentendo ai consumatori di fare scelte più informate.

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Fonte: Governo Austria

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