La nuova capsula compostabile Lavazza in Mater-Bi® sarà presentata ufficialmente alla 13° edizione di Fa' la cosa giusta e commercializzata online.
Finalmente le famigerate capsule del caffè potranno essere gettate nel bidone dell’umido. Sarà, infatti, finalmente acquistabile (per il momento solo online) la prima capsula compostabile per caffè espresso tutta italiana nata dalla collaborazione tra Lavazza e Novamont che promette di rivoluzionare il modo di riutilizzare i fondi del caffè.
Realizzata in Mater-Bi® (famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili), la capsula compostabile verrà presentata a “Fa’ la Cosa Giusta”, nello stand Lavazza-Novamont (Padiglione 4, Stand SP03). Il pubblico della fiera avrà quindi la possibilità, anche attraverso degustazioni guidate, di concedersi un caffè che fa bene al pianeta.
Le bioplastiche sono una famiglia di materiali con una alta percentuale di rinnovabilità, che usa sostanze vegetali anche dalla filiera agricola integrata, che si ricicla in compostaggio, in grado di biodegradare in ambienti naturali diversi e che garantisce una cospicua riduzione delle emissioni di gas serra rispetto alle più tradizionali tecnologie.
Da qui nasce, da un brevetto tutto italiano, la capsula di Lavazza: 7 grammi di caffè in un “contenitore” destinato a trasformarsi, dopo l’uso, in anidride carbonica, acqua e compost. La capsula potrà infatti essere raccolta con il rifiuto umido e avviata al compostaggio industriale, dove insieme con il caffè esausto viene riciclata in compost, concime naturale per i suoli.
Per ora, la capsula compostabile è acquistabile in esclusiva sullo store online del sito Lavazza e compatibile con tutta la gamma di macchine A Modo Mio. La capsula compostabile è inoltre disponibile nelle due pregiate miscele 100% Arabica “Ricco” e “Aromatico”, certificate dall’ONG Rainforest Alliance.
“Ricco” è una miscela corposa, rotonda ed equilibrata che amalgama eccezionali Arabica brasiliani per creare un espresso equilibrato, caratterizzato da un retrogusto deciso e da una vellutata crema color nocciola. “Aromatico” è una referenza dolce, in cui pregiati chicchi di Arabica brasiliani si fondono con l’aromaticità degli Arabica del Perù e dell’Honduras, dando vita a un gusto morbido e fiorato, dal sentore di gelsomino e frutti dolci.
La nuova capsula compostabile dunque non solo rappresenta un’opportunità per sposare uno stile di vita ecosostenibile che non impatti sull’ambiente, ma anche un modo per contribuire al suo sviluppo. Da qui l’hashtag che accompagnerà tutta la comunicazione in fiera: #1caffèperilpianeta.
Dai fondi del caffè, funghi commestibili
Un esempio concreto di come una capsula compostabile o i fondi di caffè diventano da elemento di scarto, una risorsa? Forse non tutti sanno che la composizione dei fondi di caffè può innescare un processo di rigenerazione che dà vita a nuovi materiali come biopolimeri, inchiostri, pellet, carta e… funghi commestibili.
Avete capito bene, proprio funghi commestibili e proprio questi sono stati alla base del progetto sperimentale avviato l’anno sorso da Lavazza e Novamont in collaborazione con AMSA – la municipalizzata milanese – e l’impresa sociale “Il Giardinone”, e presentato in occasione di Expo 2015.
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In pratica, i fondi di caffè sono stati miscelati con gli altri ingredienti del substrato (ife fungine di Pleurotus, Boletus, Lactarius, Shitake). Il preparato è stato messo all’interno di silos, resistenti alla coltivazione verticale e completamente compostabili al termine del ciclo. Dentro ai container, poi la crescita del prodotto è avvenuta durante tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, a basso consumo di materia e di energia.
Il fondo del caffè, allora, si rivela ancora una volta preziosa risorsa, anche associata a un utilizzo in agricoltura e il risultato è stato sorprendente: da settembre sono stati raccolti 1.500 kg di fondi di caffè e prodotti 150 kg di funghi (Pleurotus ostreatus) di eccellente qualità, con un contenuto di proteine più elevato rispetto a quello contenuto in altri funghi coltivati secondo metodologie standard; con 3 volte il contenuto di fibre; con il 50% in più di contenuto di fosforo in comparazione ad altri Pleurotus.
Come se non bastasse, gli scarti dei funghi, utilizzando il substrato “esausto” dopo la coltura del Pleurotus, sono stati a loro volta usati come concime per la produzione di insalate.
Insomma, tra un caffè equosolidale e diversi modi green per prepararlo, anche il piacevole momento della pausa caffè può essere eco-sostenibile a tutto tondo!
Germana Carillo
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