Bioplastiche: scienziati sviluppano un rivoluzionario modo per riciclare la plastica vegetale invece di lasciarla marcire in discarica

Una nuova ricerca ha individuato un nuovo metodo per riciclare la plastica di origine vegetale, in modo da ridurre l'impatto ambientale e sviluppare un'economia circolare e sostenibile.

Gli scienziati hanno sviluppato un nuovo modo per scomporre la plastica di origine vegetale nei suoi elementi costitutivi originali, consentendo potenzialmente il riciclo ripetuto dei prodotti senza perdita di qualità.

Circa il 45% dei rifiuti di plastica viene riciclato ogni anno; tuttavia, uno dei problemi con gli attuali metodi di riciclo è che si finisce con una plastica di qualità inferiore, e con proprietà peggiori rispetto all’originale. Ciò significa che le bottiglie di plastica per bevande non possono essere semplicemente riciclate in nuove bottiglie continuamente, ma vengono invece utilizzate per altri prodotti di qualità inferiore come tubi dell’acqua, panchine e coni stradali.

Nel nuovo studio, gli scienziati hanno sviluppato un metodo di riciclo chimico, riconvertendo la plastica nelle sue molecole chimiche costituenti, in modo che possano essere utilizzate per produrre nuova plastica della stessa qualità dell’originale. Per fare ciò si utilizzano temperature più basse, e catalizzatori più rispettosi dell’ambiente rispetto ai metodi precedenti.

Il professor Matthew Jones, del Center for Sustainable & Circular Technologies dell’Università di Bath, ha dichiarato:

La maggior parte della plastica viene attualmente riciclata utilizzando metodi meccanici, dove viene scheggiata in granuli e fusa prima di essere modellata in qualcosa di nuovo.

Il problema è che la fusione della plastica ne modifica le proprietà e ne riduce la qualità, il che limita la gamma di prodotti in cui può essere utilizzata. Il nuovo metodo supera questo problema scomponendo i polimeri plastici nei loro elementi costitutivi chimici, in modo che possano essere riutilizzati per produrre plastica vergine senza perdere alcuna proprietà.

I ricercatori hanno riciclato il PLA a base vegetale, che è prodotto con amido o scarti delle colture invece di prodotti petrolchimici, e viene utilizzato negli imballaggi alimentari biodegradabili e nelle posate e tazze usa e getta. Il PLA non è attualmente riciclato perché non è ancora ampiamente utilizzato, tuttavia, con la crescente consapevolezza sull’inquinamento dovuto alla plastica, la domanda da parte dei consumatori di imballaggi riciclabili è in crescita.

Il PLA è sempre più utilizzato come alternativa sostenibile per la plastica monouso; sebbene sia biodegradabile in condizioni industriali, non si biodegrada con il compostaggio domestico e non è attualmente riciclato, quindi al momento finisce comunque per contribuire alle tonnellate di rifiuti di plastica nelle discariche e negli oceani.

Non esiste un’unica soluzione al problema dei rifiuti di plastica: l’approccio deve essere una combinazione di riduzione, riutilizzo e riciclo. Il metodo chimico potrebbe consentire il riciclo, creando un’economia circolare e sostenibile; finora, però tale tecnologia è stata dimostrata solo su piccola scala, tuttavia i ricercatori stanno lavorando per ampliare il sistema.

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Fonte: Chemestry Europe

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